martedì 7 febbraio 2023

TERZO CIRCOLO BIBLICO QUARESIMA 2023

 





CIRCOLI BIBLICI DI QUARESIMA

TERZO CIRCOLO BIBLICO- TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Lunedì 6 marzo 2023

 

Prima Lettura Es 17, 3-7

In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Commento. La prima lettura contiene il tema dell’acqua e della sete, che sarà il tema del Vangelo. È un brano conosciuto che narra la mormorazione del popolo d’Israele nel periodo di peregrinazione nel deserto. Il brano rivela la debolezza della fede del popolo che dinanzi alle difficoltà mette in discussione le scelte fatte, che hanno l’obiettivo di liberare il popolo dalla situazione di schiavitù per condurlo alla libertà. A che cosa tiene di più il popolo? Alla propria pelle. Gli istinti di sopravvivenza sono più forti anche degli ideali più alti. È questa riflessione che il brano lascia passare. Quando gli istinti sono sotto pressione il popolo va in confusione al punto da dubitare persino della presenza di Dio in mezzo a loro e si chiedono: Il Signore è in mezzo a noi sì o no?

Domanda: quando la vita ci mette sottopressione a chi ci appelliamo? Riusciamo a rimanere in attesa del Signore o ci ribelliamo e facciamo di testa nostra?

 

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.


Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». 

Seconda Lettura Rm 5, 1-2. 5-8

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

 

Commento. Paolo dice che siamo giustificati per la fede: che cosa significa? Significa che siamo giustificati, resi giusti, perdonati non per i nostri meriti ma per la fede in Gesù. L’amore di Dio che si è manifestato in Gesù viene riversato gratuitamente nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo. Per questo dovremmo imparare ad invocare lo Spirito Santo, per ricevere l’amore del Signore e con tale dono, provare a vivere il Vangelo che ascoltiamo.

Domanda: possiamo chiederci: abbiamo mai invocato lo Spirito Santo? Rientra nelle nostre preghiere questa invocazione? Ne cogliamo il valore e l’importanza per il nostro cammino di fede?

   
Vangelo Gv 4, 5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26)

[In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù, dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infatti, non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».] Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti, hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, [vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così, infatti, il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno, tuttavia, disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo, infatti, si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
[ Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».]

Commento. È un brano che abbiamo commentato durante lo studio biblico e potete andare a leggere la riflessione proposta in quella circostanza: https://riflessio.blogspot.com/2022/10/gesu-e-la-samaritana.html. C’è una sete che il Signore è venuto a dissetare una volta per tutte. È la sete di senso della vita. Il cammino di fede inizia quando poniamo la nostra sete, la nostra debolezza, la nostra insoddisfazione nelle mani di Dio e rimaniamo in attesa di una risposta. Non ci dirigiamo a Lui per chiedere risposte ai nostri problemi materiali, ma perché ci offra un senso che orienti la nostra vita, che la riempia di amore. Per questo Gesù dice alla Samaritana che per pregare non c’è più bisogno di un luogo specifico perché il Padre cerca coloro che lo adorano nello Spirito della Verità, che è Gesù. La parola di Gesù che troviamo nel Vangelo è l’acqua che disseta per sempre. Chi l’accoglie non avrà più bisogno di andare a mendicare brandelli di vita, che non arrestano il nostro bisogno quotidiano. Quella di Gesù è un’acqua che ci toglie per sempre dall’insoddisfazione perché ci aiuta ad uscire dalla logica contorta della vita centrata su di sé e mossa dall’egoismo, verso una vita donata e condivisa alle persone che incontriamo.

Domanda. Possiamo chiederci in questa terza settimana di quaresima: a che punto è il nostro cammino di fede? Stiamo sentendo gli effetti dell’acqua di Gesù che stiamo assimilando? Che cosa ci manca?

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