TERZO CIRCOLO BIBLICO- TERZA DOMENICA
DI QUARESIMA
Lunedì 6 marzo 2023
Prima Lettura Es 17, 3-7
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per
mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto
salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro
bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo
popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa
davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il
bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla
roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo
berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo
Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla
prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Commento. La prima lettura contiene il tema dell’acqua e della
sete, che sarà il tema del Vangelo. È un brano conosciuto che narra la
mormorazione del popolo d’Israele nel periodo di peregrinazione nel deserto. Il
brano rivela la debolezza della fede del popolo che dinanzi alle difficoltà
mette in discussione le scelte fatte, che hanno l’obiettivo di liberare il
popolo dalla situazione di schiavitù per condurlo alla libertà. A che cosa
tiene di più il popolo? Alla propria pelle. Gli istinti di sopravvivenza sono
più forti anche degli ideali più alti. È questa riflessione che il brano lascia
passare. Quando gli istinti sono sotto pressione il popolo va in confusione al
punto da dubitare persino della presenza di Dio in mezzo a loro e si chiedono: Il
Signore è in mezzo a noi sì o no?
Domanda: quando la vita ci mette sottopressione a chi ci
appelliamo? Riusciamo a rimanere in attesa del Signore o ci ribelliamo e
facciamo di testa nostra?
Salmo Responsoriale Dal Salmo 94
Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostrati, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
Seconda Lettura Rm 5, 1-2. 5-8
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con
Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche,
mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci
vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude,
perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli
empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno
oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di
noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Commento. Paolo dice che siamo giustificati per la fede: che
cosa significa? Significa che siamo giustificati, resi giusti, perdonati non
per i nostri meriti ma per la fede in Gesù. L’amore di Dio che si è manifestato
in Gesù viene riversato gratuitamente nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo. Per questo dovremmo imparare ad invocare lo Spirito Santo, per ricevere
l’amore del Signore e con tale dono, provare a vivere il Vangelo che
ascoltiamo.
Domanda: possiamo chiederci: abbiamo mai invocato lo Spirito
Santo? Rientra nelle nostre preghiere questa invocazione? Ne cogliamo il valore
e l’importanza per il nostro cammino di fede?
Vangelo Gv 4, 5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26)
[In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria
chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo
figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù, dunque, affaticato per il
viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana
ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano
andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice:
«Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna
samaritana?». I Giudei, infatti, non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le
risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da
bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice
la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi
dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che
ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le
risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà
dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io
gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita
eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia
più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».] Le dice: «Va’ a
chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito».
Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti, hai avuto cinque
mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli
replica la donna: «Signore, [vedo che tu sei un profeta! I nostri padri
hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in
cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su
questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non
conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai
Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il
Padre in spirito e verità: così, infatti, il Padre vuole che siano quelli che
lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e
verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo:
quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo
con te».] In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che
parlasse con una donna. Nessuno, tuttavia, disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di
che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città
e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che
ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto
i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da
mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un
l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio
cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi
non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico:
alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.
Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi
semina gioisca insieme a chi miete. In questo, infatti, si dimostra vero il
proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui
non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro
fatica».
[ Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della
donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i
Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là
due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano:
«Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo
udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».]
Commento.
È
un brano che abbiamo commentato durante lo studio biblico e potete andare a
leggere la riflessione proposta in quella circostanza: https://riflessio.blogspot.com/2022/10/gesu-e-la-samaritana.html.
C’è
una sete che il Signore è venuto a dissetare una volta per tutte. È la sete di
senso della vita. Il cammino di fede inizia quando poniamo la nostra sete, la
nostra debolezza, la nostra insoddisfazione nelle mani di Dio e rimaniamo in
attesa di una risposta. Non ci dirigiamo a Lui per chiedere risposte ai nostri
problemi materiali, ma perché ci offra un senso che orienti la nostra vita, che
la riempia di amore. Per questo Gesù dice alla Samaritana che per pregare non c’è
più bisogno di un luogo specifico perché il Padre cerca coloro che lo adorano
nello Spirito della Verità, che è Gesù. La parola di Gesù che troviamo nel
Vangelo è l’acqua che disseta per sempre. Chi l’accoglie non avrà più bisogno di
andare a mendicare brandelli di vita, che non arrestano il nostro bisogno quotidiano.
Quella di Gesù è un’acqua che ci toglie per sempre dall’insoddisfazione perché ci
aiuta ad uscire dalla logica contorta della vita centrata su di sé e mossa dall’egoismo,
verso una vita donata e condivisa alle persone che incontriamo.
Domanda.
Possiamo chiederci in questa terza settimana di quaresima: a che punto è il
nostro cammino di fede? Stiamo sentendo gli effetti dell’acqua di Gesù che stiamo
assimilando? Che cosa ci manca?
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