lunedì 6 ottobre 2025

COME LEGGI?

 



 

Paolo Cugini

 

Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi? (Lc 10,27).

 

Nel Vangelo, Gesù pone una domanda apparentemente semplice: “Come leggi?”. Non chiede solo cosa si legge, ma soprattutto come si affronta il testo, quale atteggiamento si assume di fronte alla parola. Questa domanda è il cuore del problema ermeneutico: interpretare significa andare oltre la superficie, cogliere il senso profondo, interrogare il testo e lasciarsi interrogare. L’ermeneutica, quindi, non è un esercizio astratto, ma un cammino di responsabilità, che coinvolge il lettore, la sua sensibilità e il suo contesto. Leggere non è semplicemente decifrare parole; è comprendere, entrare in dialogo con il testo. La differenza tra leggere e capire è cruciale, soprattutto quando si tratta di testi sacri come la Bibbia. Una comprensione profonda richiede attenzione, ascolto e apertura: il lettore deve superare la tentazione della fretta e dell’abitudine, lasciando spazio alla meditazione.

Molti si avvicinano ai testi biblici con una lettura letterale, convinti che il senso sia evidente e immediato. Tuttavia, questo approccio presenta limiti significativi. Un’interpretazione superficiale rischia di ridurre la ricchezza del messaggio, ignorando i livelli simbolici, poetici e spirituali che attraversano la Scrittura. La lettera uccide, lo spirito vivifica: la fedeltà al testo non significa rigidità, ma capacità di cogliere il dinamismo della Parola. Il rischio maggiore è scambiare il proprio punto di vista per la verità assoluta, dimenticando che ogni parola nasce in un tempo, in una cultura, in una storia. La Bibbia è figlia di un mondo lontano, ricca di modi di dire, immagini e sensibilità che spesso sfuggono al lettore moderno. Ignorare il contesto storico e culturale porta a fraintendimenti e distorsioni. Comprendere la mentalità dell’autore, le situazioni sociali, le tradizioni religiose è essenziale per cogliere il senso autentico. Lo studio delle lingue originali, delle usanze e delle condizioni politiche aiuta a superare le barriere e ad avvicinarsi al nucleo del messaggio.

L’ermeneutica è l’arte di interpretare, di mettere in dialogo il testo con il lettore e il suo mondo. Lo studio approfondito permette di distinguere il significato originario dalle interpretazioni successive, di evitare letture arbitrarie e personali. Attraverso strumenti storici, linguistici e teologici, lo studioso si fa pellegrino alla ricerca della verità, consapevole che ogni parola è ponte, non muro. La lettura consapevole è esercizio di umiltà: si tratta di accogliere il testo, lasciarsi provocare, accettare la pluralità dei sensi e delle prospettive. Quando si ignora la complessità del testo sacro, si rischia il fondamentalismo: la rigidità interpretativa che trasforma la Parola in arma di divisione, confusione o violenza. La storia è testimone delle tragedie nate da letture errate, dal fanatismo religioso alla manipolazione ideologica. Una lettura distorta può generare conflitti, esclusioni e sofferenze. La responsabilità del lettore è grande: la Parola è dono, non possesso; è chiamata, non pretesto.

“Come leggi?” rimane una domanda aperta, che interpella ogni credente, studioso e lettore. L’interpretazione ermeneutica dei testi sacri è un viaggio che richiede rispetto, intelligenza e cuore. Solo una lettura consapevole, attenta al senso profondo, al contesto e alla pluralità delle voci, può custodire la verità senza tradirla. In un mondo che cerca risposte semplici, la Parola invita a cercare, interrogare e meditare: perché, come dice un antico adagio, “chi cerca trova”, ma solo chi cerca con umiltà trova davvero.

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