Paolo Cugini
Fino a quando? La persona
che scrive descrive la situazione di miseria in cui si trova.
A questa situazione viene
contrapposto il ricordo del passato, di quando le cose andavano bene (9-12)
La supplica al signore è
per chiedere a Dio che riporti il popolo nella situazione di felicità in cui si
trovava.
La situazione decritta
dal salmista è una situazione di disastro che ha sconvolto le sicurezze e le
ricchezze del popolo d’Israele. Il
riferimento sembra essere il Regno del Nord.
Ci sono alcune immagini
che dominano il salmo.
Pastore. E’ un’immagine
che ricorre spesso nei salmi (95 e 23).
Vite. L’immagine di una
vite che si dilata quasi senza limite ha riempito di gioia e di speranza
l’orante della nostra preghiera (cf. Is 5, 27). Il rapporto tra il vignaiolo e
la vigna è di amore. Il vignaiolo non solo cura la vigna, ma la ama, desidera
pace.
Le immagini di pastore e
vigna richiamano due momenti importantissimi della storia d’Israele:
-
Il pastore richiama il cammino nel
deserto, quando il Signore ha accompagnato il suo popolo.
-
La vigna richiama invece l’insediamento
nella terra promessa, che viene piantata e diventa grande.
Il salmista con queste
immagini ci vuole ricordare che stiamo parlando di cose reali, che Israele ha
sperimentato e continua a sperimentare.
COMMENTO
2-3: l’invocazione serve
a stabilire il contatto con Dio. Chiamando il Signore di pastore sto indicando
una prossimità, un rapporto d’amore e non d’estraneità. Le immagini della
supplica parlano anche di un re e quindi ha un potere grande sulla storia, al
quale niente può resistere. Possiamo davvero invocarlo perché il Signore è in
grado di rispondere e intervenire nella nostra situazione.
Risveglia la tua potenza:
cfr. sal 44,24-25, sal 78, 65 (immagine curiosa)
Fa splendere il tuo
volto: è sorgente di vita e di vittoria (cfr. Nm 6,25)
4-8: sono versetti che
esprimono una grande fede, dell’uomo che va
a Dio anche nelle situazioni gravi, di peccato che ha provocato l’ira di
Dio. Non a caso si rivolge a Dio con il tu.
Tu
ci nutri con pane di lacrime… I nostri nemici ridono di noi.
Esperienza di sofferenza e dolore (cfr. LM 3,15-16).
9-12. A questo punto il
salmista torna indietro a fare la storia del proprio passato, che è una storia
meravigliosa. Quello che Dio ha compiuto nel passato lo può fare anche ora, Per
questo il ricordo del passato, di quel passato positivo che Israele ha
sperimentato, entra nella supplica.
13-14: ritorno al
presente con una domanda: perché hai abbattuto la sua cinta? La colpa non viene
data ai nemici, ma a Dio. Perché? Perché il salmista sa che il Signore è il Dio
della storia e quindi qualcosa avvenga, non è che sia colpa sua, ma sta dentro
al suo dominio, in qualche modo deve rientrare dentro ad un disegno. E allora e
il Signore è davvero presente in tutto quello che avviene, anche nello nostre
disgrazie, il Signore è capace di capovolgere la nostra sorte in qualunque
situazione ci troviamo; non ci sono mai delle situazioni in cui le potenze del
mondo dominano tanto che Dio non può più agire, che Dio non è più capace di
operare e di salvare. Quando riusciamo ad entrare in questa logica, il nostro
cammino di fede diventa una speranza salda e robusta.
13-16: Il Salmista
ricorda a Dio he la vigna è roba sua, l’ha piantata Lui e quindi non può
distruggerla (cfr. Ger 45, 4-5).
Dio degli eserciti
volgiti: ritorna sui tuoi passi.
Vedi e visita questa
vigna: l’immagine della vigna è stata capace di esprimere tutta l’esperienza
del popolo d‘Israele.
17-18: primo
aspetto- annientamento dei nemici,
dell’ingiustizia e dell’oppressione
Secondo aspetto: il re,
figlio dell’uomo, è stato reo forte da Dio (cfr. Gs 1,6): il Signore ha reso
forte Giosuè perché fosse in grado di agire.
Noi chiediamo che
l’azione del Signore sia confermata.
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