lunedì 14 febbraio 2022

DOMENICA VII DEL TEMPO COMUNE/C




(1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38)

Paolo Cugini

 

Lc 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non richiederle indietro. E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

 

Continua nel Vangelo di oggi il discorso della montagna nella redazione di Luca. Siamo nel cuore del Vangelo, nello specifico della proposta di Gesù, che si pone in contromano con la logica istintiva che guida la vita umana. C’è un istinto che ci conduce a difenderci, a ricorrere alla violenza, a cercare il nostro interesse. Ebbene, Gesù, con la sua umanità, con il suo stile di vita è venuto a mostrarci un cammino diverso, un cammino nel quale siamo chiamati a vivere esclusivamente di misericordia, a cercare in ogni nostro pensiero e in ogni azione la via del bene, dell’amore.

A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. Gesù invita i suoi discepoli e, quindi, anche noi, a rompere la logica dell’istinto, a pensare come pensa Dio, a vedere il mondo, le persone come le vede Dio e come le vedeva Lui stesso, e cioè come qualcosa da rendere bello con l’amore. Imparare a dominare se stessi, i propri istinti che rispondono all’istinto di sopravvivenza che piega tutto alla forza dell’egoismo, con lo Spirito del Signore, che è mansuetudine, desiderio che l’altro stia bene. Portiamo amore e pace se abbiamo nel cuore questa pace, se siamo ripieni dell’amore del Signore. Se veniamo da cammini che hanno reso il nostro cuore duro e sterile, allor siamo portati a travasare le nostre carenze, il nostro vuoto sugli altri. Gesù, invece, con il cuore pieno dell’amore del Padre non cerca di ferire nessuno, nemmeno quelli che lo offendono o lo odiano, perché sa vedere il loro cuore ferito e lo vuole curare con l’amore. Il cammino proposto da Gesù è un cammino di umanizzazione, perché c’insegna a prenderci cura di noi stessi, a non farci del male con le nostre mani e cercare rivalse sugli altri. Se volgiamo stare bene con noi stessi dobbiamo imparare a curare la nostra anima, a riempirla dell’amore del Signore, trascorrendo tempo con Lui, leggendo e meditando la sua Parola, passando ore pensando a Lui, contemplando il suo volto. È in questo modo che, uscendo nel mondo, incontrando i nostri fratelli e le nostre sorelle saremo presi dal desiderio di trasmettere anche a loro l’amore sperimentato, la pace che l’amore del Signore deposita nei nostri cuori.

E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Gesù trasforma ogni tipo di logica, perché la sua attenzione è sempre rivolta ai fratelli e alle sorelle. E allora Gesù non dice: “non fate agli altri quello che non volete che gli altri facciano a voi”, ma fate agli altri ciò che volete che gli uomini facciano a voi. Sembra un gioco di parole, ma non è un gioco di parole, ma un modo diverso di pensare, di vedere la realtà, d’interagire con le persone. Gesù cambia la via negativa, che cela una passività colpevole neri confronti degli altri, in un cammino che ci porta verso l’altro in modo positivo, attivo.

Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Gesù giudica negativamente un modo di fare del bene, un modo di amore chiuso in se stesso, che cerca un proprio tornaconto. Sono gesti che derivano dall’egoismo, da un cuore pieno solo di sé e un cuore così, non può che generare dipendenze, schiavitù, violenze. Gesù ci chiede di guardarci dentro, di andare oltre, di valutare ogni azione e ogni atteggiamento anche quello che in apparenza può sembrare positivo, per valutarne le intenzioni, In fin dei conti Gesù ci sta dicendo che non tutti gli atti buoni, in realtà sono buoni. Sono infatti, degni di lode quegli atti che vengono fatti con gratuità e disinteresse. Questo tipo di bontà, carità che non chiede nulla in cambio, ma che ama e basta, può provenire solamente da un cuore pieno dell’amore di Dio, che cerca solamente lo sguardo di Dio e, di conseguenza, per sussistere non ha bisogno dell’approvazione dell’altro. Ecco perché Gesù dice: Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Tutto ciò che viene da Dio genera libertà e pace, ciò che proviene dall’egoismo umano produce dipendenza, schiavitù, malessere. Il gesto sembra lo stesso, ma l’intenzione di hi lo produce crea cammini diversi. Per questo ci riuniamo tutte le domeniche attorno all’altare, per cibarci dell’amore del Signore e così andare verso le persone che incontreremo con l’unico desiderio di portare loro l’amore del Signore, senza pretendere nulla in cambio. 

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