sabato 3 luglio 2021

LA MISSIONE DI GESU': LIBERARE IL MONDO DALLA RELIGIONE

 


DOMENICA XIV/B

(Ez 2, 2-5; Sal 122; 2 Cor 12,7-10; Mc 6,1-6)

Paolo Cugini

 

La liturgia di oggi ci propone una riflessione su alcuni temi interconnessi, che riguardano la difficoltà che Gesù ha incontrato nel suo ministero e, in generale, la difficoltà che incontrano tutti coloro che desiderano orientare spiritualmente la propria vita, prendendo Dio e la Sua Parola come punto di riferimento. È una difficoltà che non riguarda un popolo o un periodo storico specifico. Si tratta, infatti, di un problema che riscontriamo in ogni epoca e in ogni tempo. Certo che fa specie la resistenza che ha dovuto registrare Gesù nei confronti della sua proposta, soprattutto da coloro che tale proposta avrebbero dovuto accoglierla, vale a dire le persone religiose.

“Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose?(Mc 6,2). Nel Vangelo di Marco, Gesù entra nella sinagoga tre volte. Nella prima è stato interrotto. Nella seconda è andata peggio perché cercano di ammazzarlo perché Gesù ha curato una persona in giorno di sabato, suscitando le ire dei farisei. Per Gesù il bene della persona viene prima dell’osservanza della legge, anzi l’osservanza delle leggi di Dio sono a servizio del bene delle persone. La terza volta corrisponde all’episodio del vangelo di oggi e ci sono tutte le premesse positive di un incontro che dovrebbe andar bene per il fatto che andrà a Nazareth, che è il suo paese di nascita, tra i suoi parenti e amici. Eppure anche qui Gesù trova una forte resistenza, perché il suo insegnamento non è come quello degli scribi che ripetono delle formule ed eseguono dei rituali prestabiliti sempre allo stesso modo. Al contrario, l’insegnamento di Gesù è la proposta di una nuova relazione con Dio, che non è basata sull’osservanza delle sue leggi, ma sull’accoglienza del suo amore, che esige relazioni nuove con i fratelli e le sorelle della comunità. È proprio questa novità che crea stupore tra coloro che sono nella sinagoga, al punto dal mettere in discussione il suo insegnamento. “Da dove gli vengono queste cose?” Domanda che dice tutto lo scetticismo nei confronti delle parole di Gesù. Viene messo in discussione la provenienza divina e la ricerca dell’ambiente di provenienza della sua dottrina indicata come stregoneria. Il riferimento, infatti, alle mani – i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani – indica una provenienza magica o addirittura di stregoneria e, di conseguenza, un’accusa pesante di impostore, truffatore, qualcuno che vuole ottenere l’attenzione della gente ingannandola con dei trucchi. Gli uomini della sinagoga, della religione del tempio rimangono incomodati dal modo gratuito e disinteressato dell’azione del Maestro Gesù, attento ai deboli, che fa spazio ai poveri. Tutto il contrario dei capi religiosi, interessati ai soldi, ad essere onorati dal popolo, che vestivano in modo lussuoso. Lo stile di Gesù, smaschera l’ipocrisia dei capi religiosi che, per difendersi, non hanno altro strumento che la maldicenza e la menzogna.

Non è costui…”. Anche se Gesù è nel suo paese e quindi è conosciuto, i capi religiosi non lo nominano, anzi lo insultano. Definendolo, infatti, il figlio di Maria, i capi religiosi stanno insinuando che Gesù, da un lato non è degno di suo padre e, dall’altro, che è un poco di buono. Mai in Israele un uomo viene definito come figlio della madre, ma sempre del padre, in virtù della cultura patriarcale che considerava l’uomo come il vero e autentico trasmettitore della paternità.

 Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. È questo il problema di fondo. Gesù, infatti, non s’identifica con il sacerdozio, che era dominante nella sua epoca. Gesù identifica la sua persona e la sua missione nella linea profetica, nel cammino di coloro che vivevano la religione, il rapporto con Dio non come un mestiere, o come un insieme di precetti da obbedire, ma come una profonda esperienza d’amore con il Mistero, che cercavano di trasmettere ai loro discepoli.

E lì non poteva compiere nessun prodigio”. La conclusione è terribile e molto triste. Dove c’è la religione, Gesù non può manifestarsi. Dove il rapporto con Dio è mediato da riti, dottrine e dogmi che non riescono a cogliere il bene reale delle persone, Gesù e il suo spirito non possono agire. Compito della Chiesa è, allora, quello di liberare gli uomini e le donne dalla religione, per aiutarli ad entrare in un rapporto profondo di fiducia con Dio, in uno stile di vita essenziale, semplice, segno autentico della presenza del Dio di Gesù Cristo nel mondo.

 

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