Paolo Cugini
Mt
10,17-22- La prospettiva che Gesù presenta per i
suoi apostoli in questo passaggio del Vangelo è drammatica. Guardatevi dagli
uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe,
e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare
testimonianza a loro e ai pagani. C’è un clima di persecuzione e violenza
che caratterizza la vita di tutti coloro che decidono di seguire le orme del
Maestro. Persecuzione che non avviene solamente all’esterno, nella società
civile, ma anche tra le mura della propria casa: Il fratello farà morire il
fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e
li uccideranno. Situazione drammatica, dunque, che può provocare la
desistenza in coloro che intraprendono il Cammino.
Verso
la fine del discorso Gesù aumenta la dose: sarete odiati da tutti a causa
del mio nome. Che cosa fare dinanzi a questa prospettiva drammatica? Non è
un caso se spesso le comunità riducono la loro attività al servizio interno,
fatto di liturgie, culto e catechesi. Il testo ascoltato ci rivela che, quando una
comunità cerca di vivere quello che ha accolto ed ascoltato, vale a dire il
Verbo della vita, provoca una tensione fortissima con il mondo circostante.
Abitare la tensione senza farsi travolgere dal male è la grande sfida della
vita spirituale ispirata dal Vangelo. Il dato che emerge è che l’annuncio della
Parola di Gesù passa necessariamente attraverso questa tensione. È questa una
verità che non è facile da digerire. Gesù conclude il discorso di oggi con una
prospettiva positiva, anche sofferta: chi avrà perseverato sino alla fine
sarà salvo.
La
salvezza proposta da Gesù passa attraverso la resistenza al male che il mondo realizza
su coloro che vivono il Vangelo e si affidano solamente al Signore. Del resto,
se riflettiamo attentamente in questi giorni in cui la Chiesa ci propone gli
eventi che hanno segnato la nascita di Gesù, è proprio questa tensione che Lui
ha vissuto, sin dalla nascita. Non ci resta che invocare il suo Spirito e farci
coraggio.
Mi chiedo, e penso, in questa resistenza al male non siamo soli, possiamo fidarci sempre. Sempre? Sempre.
RispondiEliminaAllora sì, ecco una prospettiva positiva, anche sofferta: chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo. Grazie .