Paolo Cugini
Toccò loro gli occhi
(Mt 9,29).
Ecco,
odo un grido che attraversa i secoli, una voce che spezza il silenzio della
notte e risuona sulle alture dell’anima:
-
Svegliati, tu che dormi! Alzati da questa
tenebra che ti stringe come catene invisibili.
L’umanità
vaga, smarrita in un crepuscolo senza fine, dove la verità si confonde con
l’ombra e il cuore si abitua a chiamare bene ciò che è male, luce ciò che è
oscurità. È questa la piaga nascosta, la radice amara del nostro tempo: la
cecità che non sa di essere cieca, la notte che si insinua persino nei pensieri
più luminosi e trasforma il giorno in illusione.
Ma
proprio quando il buio pare invincibile e le domande restano sospese come
stelle senza nome, ecco irrompere il Mistero, non come tempesta, ma come fiato
leggero, come luce che vince senza gridare. Una presenza si fa prossima, e la
sua carezza rompe la corazza dell’indifferenza: è la Luce che non abbaglia, ma
guarisce, che non impone, ma chiama. Allora il cuore si scuote, la mente si
risveglia, e la verità non è più una minaccia, bensì un abbraccio.
-
Alzati! sussurra il Mistero,
-
e cammina nella mia luce.
Come
il vento che spazza la nebbia, così il dono della luce apre sentieri dove tutto
sembrava chiuso. Si compie il miracolo: occhi nuovi si spalancano, il velo
cade, ogni passo ritrova senso. L’antica sapienza dice:
-
Non è mai buio per chi porta la luce
dentro di sé.
E oggi, questa luce non è conquista, ma segno
di speranza, promessa che brilla all’orizzonte e compimento che riscalda il
presente.
Beato
chi ancora attende, chi non smette di cercare la fiamma nascosta nel Mistero.
Perché sarà sua la gioia di vedere la notte trasformarsi in aurora, di sentire
nella voce profetica che attraversa le generazioni l’invito eterno:
-
Non
temere, la Luce è venuta per te.
Così
chi vive nella luce si fa a sua volta lampada, un piccolo fuoco che rischiara
la strada degli altri, e insieme, nella comunione degli occhi aperti, la
tenebra è vinta per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento