Paolo Cugini
Che parola è mai questa,
che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?
(Lc 4,36).
C’è
una parola che cura l’anima: questo è il senso del brano. Come avviene questo
processo di cura? C’è una presenza, quella di Gesù, che con la sua parola
provoca e scuote il male presente nelle persone. Lo spirito impuro è tutto ciò
che dentro di noi resiste al bene e si sente attratto da cammini di morte. C’è
una parola che risvegli il senso originario della vita autentica, perché esce
da un uomo, Gesù, nel cui stile di vita si vedono i segni della vittoria sulla
morte. Per questo la sua parola è percepita come autentica, perché ciò che diceva
e insegnava como leader religioso, non erano semplicemente precetti da
obbedire, come facevano i capi religiosi del popolo d’Israele, ma insegnamenti
che provenivano da un vissuto. C’è un male nel mondo e dentro di noi; c’è uno
spirito impuro che non ci permette di vivere in modo autentico, perché prende
il sopravvento sui nostri istinti, che ci fanno agire in modo immediato, senza
riflessione e, spesso, l’istinto ci porta su cammini violenti, di possesso, di
egoismo.
Gesù
è l’uomo del silenzio, colui che viene dal deserto e continuamente cerca spazi
di silenzio nella usa giornata. Gesù è l’uomo della preghiera, della
meditazione, è colui cioè, che si prende il tempo per riflettere sulle proprie
decisioni, sulle situazioni vissute e le vive alla luce della sua relazione con
il Padre. Forse è per questo che la sua Parola sembra venire da altrove ed
incide così profondamente nelle coscienze che l’accolgono.
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