martedì 15 dicembre 2020

CERCATE IL SIGNORE VOI TUTTI POVERI DELLA TERRA!

 



Paolo Cugini

 

 Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero” (Sof 3, 12). Che cosa dignifica questo popolo umile e povero? Lo stesso Sofonia qualche versetto prima ci offre una risposta: “Cercate il Signore voi tutti poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà” (Sof 2,3). I profeti sanno che i poveri sono innanzi tutto gli oppressi, perciò essi reclamano giustizia per i deboli e i piccoli e gli indigenti. Con Sofonia c’è qualcosa di nuovo perché gli anawim sono “gli israeliti sottomessi alla volontà divina” (nota Bibbia di Gerusalemme). Ai poveri sarà inviato il messia (Is 61,1; Sal 72, 12s) ed egli stesso sarà umile e dolce (Zc 9,9) e anche oppresso (Is 53,4; Sal 22, 25). C’è quindi una povertà biblica, evangelica che diventa spazio dell’incontro con Dio e anche conseguenza per coloro che vogliono seguire il Signore da vicino. Povertà come rinuncia alle altre parole per fare spazio alla Parola. Il cristiano come povero in quanto spogliato dalla Parola e rivestito dei doni del Signore. Povertà evangelica come essenzialità, cammino alla ricerca di una ricchezza di significato, di senso della vita, che si libera dalla ricerca spasmodica di quello che il mondo può offrire. Povertà evangelica come cammino di libertà, di fiducia nella presenza del Signore che riveste i suoi piccoli di luce, pace, amore, gioia. “Cercate il Signore voi tutti poveri della terra”: è la più bella scoperta del tempo di avvento.



I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio” (Mt 21,31). Passano davanti a chi? Lo dice al versetto 23 del capitolo 21 di Matteo: i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo. L’affermazione di Gesù sembra un paradosso, ma che contiene una verità profonda. Coloro che avrebbero dovuto riconoscerlo e comprendere la sua Parola, sono stati invece coloro che lo hanno criticato e trattato come un farabutto, mentre i pubblicani e le prostitute hanno visto nell’azione e nella Parola di Gesù una possibilità di salvezza. In Gesù i pubblicani e le prostitute hanno incontrato quella giustizia e misericordia che non trovavano nel tempio e nei suoi rappresentanti. 



Con questa affermazione forte Gesù offre una grande indicazione che vale la pena ascoltare e approfondire. C’è una religione che invece di avvicinare a Dio allontana. C’è tutta una struttura religiosa che ha imparato a utilizzare Dio per raggiungere i propri fini. Gesù smaschera la religione del tempio che è divenuta la religione degli uomini e, per questo, provoca l’ira dei suoi costruttori al punto che lo metteranno a morte. Nell’affermazione paradossale di Gesù c’è un’indicazione chiarissima su un aspetto, vale a dire, la critica alla supponenza degli uomini, all’autosufficienza, al credere di bastare a sé stessi. E poi si vede molto bene la differenza tra la verità che viene da Dio e quella costruita dagli uomini, Infatti, mentre la prima è sempre a servizio degli altri e, di conseguenza, si manifesta nell’umiltà, nella pace e nella carità, quella degli uomini è arrogante, a servizio esclusivo dei propri interessi e, di conseguenza, si manifesta nella violenza, prepotenza e nell’egoismo.  

 

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