martedì 22 dicembre 2020

HA GUARDATO ALL'UMILTA'





 Paolo Cugini

Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lo lascio al Signore” (1 Sam 1, 27-28a). Efficacia della preghiera, anche perché è una preghiera che proviene da un cuore ricco di fede nel Signore. Lo si capisce, infatti, dal finale. Anna, donna sterile, chiede la grazia di un figlio e, una volta ottenuto, lo restituisce al Signore. C’è allo stesso tempo, la dimensione della gratuità e della libertà, tipica di un rapporto autentico con il Signore. “Il Signore è un Dio che sa tutto […] La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita” (1 Sam 2,3.5b). La conoscenza che Anna ha di Dio è personale, è passata attraverso la sua personalissima storia. Nella disperazione per la sua umiliazione di essere una donna sterile, si è rivolta unicamente al Signore che l’ha esaudita. È a partire da questa esperienza che Anna comprende qualcosa d’importante del mistero di Dio. “Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. Solleva dalla polvere il debole dall’immondizia rialza il povero” (1 Sal 2, 7-8). Da dove ha preso Anna questa sapienza? Senza dubbio dalla propria esperienza: da umile e povera di figli è divenuta, grazie all’intervento di Dio, ricca di un figlio e, quindi, grande dinanzi al popolo.

 


Ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,47). Ritroviamo nelle parole di Maria le stesse considerazioni di Anna. C’è la consapevolezza che Dio guarda gli umili, li ascolta, consapevolezza che può avvenire solamente da uno stile di vita umile com’era appunto quello di Anna e di Maria. Il Dio che si è manifestato in Gesù, ascolta il grido dei poveri, di coloro che si dirigono a Lui con il cuore docile e non arrogante. È l’esperienza persona di Dio che permette a Maria di comprendere il senso della storia che, non è dominata dai presunti grandi, ma è nelle mani del Signore: “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,52). Non ha senso perdere la vita per le ricchezze del mondo, quando è Dio che riempie con i suoi doni la vita di coloro che si affidano a Lui.

 

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