“Ora,
dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato” (Eb
10,18). È il superamento della logica del sacrificio. In ogni celebrazione il
popolo di Dio partecipa misticamente, ontologicamente, all’unico sacrificio che
Gesù ha fatto al Padre donando la sua propria vita per amore. Ciò significa che
siamo già stati perdonati una volta per tutti e, l’unica cosa che dobbiamo
fare, non sono dei sacrifici o dei fioretti per ottenere il perdono, perché questo
entrerebbe ancora nella logica del sacrificio che è la logica del merito. L’unica
cosa è accogliere la misericordia del Padre. L’insistenza del fare sacrifici e
fare penitenza per ottenere il perdono entra ancora nella logica
veterotestamentario del merito, facendo dipendere il perdono di Dio dai
sacrifici che si fanno. La logica del Nuovo Testamento va tutta in un’altra
direzione, perché apre il cammino alla logica della misericordia, come dono
gratuito e, per ottenerlo, non bisogna fare nulla, ma solo volerlo.
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