SOLENNITA' DI MARIA
MADE DI DIO
Primo
gennaio 2021
Paolo Cugini
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace".
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò» (Nm 6, 22-27).
La Parola di Dio accoglie tutti noi, all’inizio dell’anno, con una
benedizione speciale, la benedizione che Dio ha indicato per il popolo
d’Israele, mentre vagava nel deserto per giungere alla terra promessa. “Il Signore
faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia” (Lv 6, 24). Dio
ci benedice facendo risplendere il suo volto su di noi: che cosa significa?
Vuole dire che nella vita quotidiana l’essere benedetti da Dio si vede perché
portiamo nei nostri gesti e nelle nostre scelte il volto di Dio. Dio ci
benedice durante quest’anno, facendo in modo che le nostre scelte, i nostri
gesti siano espressione del suo volto. In altre parole: il volto di Dio è
riconoscibile al mondo attraverso il nostro stile di vita che lo comunica e,
mostrandosi attraverso di noi, può provocare cammini di cambiamento. Questa
benedizione, se ci pensiamo bene, è in sintonia con quello che si dice nella
preghiera del Padre nostro: sia santificato il tuo nome. Il nome di Dio è
santificato quando viviamo conforme gli insegnamenti del Figlio, che troviamo
nel Vangelo. E’ l’augurio che ci facciamo per questo nuovo anno.
“Fratelli, quando venne
la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la
Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo
l'adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo
Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più
schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”
(Gal 4,4-7).
San Paolo nella lettera ai Galati ci ricorda il senso della venuta di
Gesù che, allo stesso tempo, diventa per noi l’indicazione del cammino che
dobbiamo compiere. Questo cammino è in linea con quello che abbiamo ascoltato nel
tempo di Natale. C’è una relazione che ritorna ed è quella tra legge e libertà.
Gesù nasce dalla donna (Maria) e sotto la legge (mosaica). La prima nascita ci
conduce ad un’esistenza filiale, ad un nuovo rapporto con il Padre, mentre la
vita nella legge ci soggioga, ci conduce a temere Dio, alla paura. Il cammino
da compiere quest’anno consiste nell’uscire dalla relazione di paura di Dio
verso un rapporto con il Padre da Figli in cui viviamo in piena libertà. Ed è
questo il senso del cammino di fede: diventare persone libere per poter amare
le persone che incontriamo. Per questo è necessario abbandonare la religione
dei doveri e dei precetti e seguire il cammino di libertà tracciato da Gesù.
Questo tipo
di riflessione lo troviamo anche nel Vangelo di oggi.
In quel tempo, [i
pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino
era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori
se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito
e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti
per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato
dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo
(Lc 2, 16-21).
Il primo giorno del nuovo anno si apre con la buona notizia: quelli che
la religione considera i lontani, per Dio sono i vicini. I pastori, infatti,
erano considerati persone impure per la loro attività; erano considerati
emarginati e per questo erano esclusi dalla religione e per questo non potevano
partecipare alle funzioni del tempio. Conforme alla tradizione, si credeva che
quando il messia sarebbe arrivato li avrebbe puniti, come tutti coloro che
vivono lontani dalla religione. Quando, però, Dio si rivolge a loro attraverso
l’angelo, non li punisce, ma li avvolge con la luce del suo amore. In questo
modo, viene smentita clamorosamente la dottrina tradizionale della retribuzione:
non c’è più un Dio che punisce, ma un Dio che ama. Quando Dio s’incontra con i
peccatori non li punisce, ma li circonda con il suo amore. Il Figlio di Dio è
nato nella loro condizione. Non è arrivato il giustiziere, ma il salvatore. È
questa la buona notizia: oggi è nato per noi il salvatore, colui che è venuto
per avvolgerci con il suo amore, la sua misericordia: è un messaggio davvero
stupendo e stupefacente!
Da parte di quelli che ascoltano c’è sconcerto: c’è qualcosa che non va.
Nella dottrina, Dio castiga i peccatori: è lo scandalo della misericordia. Crolla
quello che la dottrina della tradizione insegnava, vale a dire che Dio puniva i
peccatori. L’annuncio dei pastori è sconvolgente: loro sono avvolti dalla luce
dell’amore di Dio e non dal fuoco delle tenebre, assieme a tutti gli altri
peccatori. È l’inizio di una novità che sconvolgerà il mondo al punto da
condannare a morte colui che proclamava tale cambiamento. Si aspettavano la
spada di Dio e invece arriva l’agnello immolato. Attendevano un giustiziere e
invece arriva la misericordia infinita che avvolge tutti e tutte. Il messaggio
è sconvolgente e Gesù lo riproporrà costantemente sia con dei gesti eclatanti
di perdono, che con le parole che riprendono i discorsi dei profeti: voglio
misericordia e non sacrifici (Mt 9,13).
Anche Maria si è stupita, perché
quello che ha ascoltato non corrispondeva a quello che la tradizione le aveva
consegnato, ma ha un atteggiamento nuovo: cerca il vero senso della novità. Dinanzi
alle novità spesso abbiamo reazioni dure, perché accogliere la novità significa
disponibilità al cambiamento, a modificare le nostre vite, il nostro stile. La
novità portata da Gesù farà fatica ad entrare. Gesù, infatti, non seguirà le
orme dei padri, ma il Padre: è proprio un’altra storia.