(Ap
11,19a; 12,1–6a.10ab; 1Cor 15,20–27a; Lc 1,39-56)
Paolo Cugini
Nonostante
il dogma dell’Assunzione di Maria sia recente (1950: è l’ultimo dogma formulato
dalla dottrina cattolica), la riflessione su questo mistero della fede è antichissima.
Infatti, la letteratura apocrifa sull’Assunzione della Vergine Maria al cielo è
abbondantissima. Si contano circa una sessantina di opere, trasmesse in
manoscritti databili dal V secolo in poi e scritte in lingue diverse: greco,
latino, etiopico, arabo, armeno, copto, siriaco, slavo e gaelico. Inoltre,
molto ricca è la produzione sul tema in questione durante l’epoca medievale,
attestata in molte lingue. Secondo gli studiosi, l’inizio della tradizione
sull’Assunzione di Maria risale al II secolo a.C. in ambito gnostico.
La
tradizione della permanenza di Maria a Gerusalemme nell’ultimo periodo della
sua vita è piuttosto solida, attestata dalla Scrittura (Gv 19,25; At 1,14; Gal
2,9) e il racconto si basa su un fatto piuttosto sicuro dal punto di vista
della critica storica. È naturale pensare che Maria negli ultimi anni della sua
vita sia vissuta protetta dalla comunità cristiana di Gerusalemme in una delle
abitazioni che essa occupava. Della sua sepoltura, poi, dovettero occuparsi,
con particolare attenzione, gli apostoli, e dovette essere sepolta nell’area
funeraria di Gerusalemme, presso il torrente Cedron nella parte orientale della
città. Tale area sepolcrale era già in funzione nel I secolo, conforme ai
recenti scavi archeologici.
L’elaborazione
della narrazione della fine della vita di Maria si ispira, e fino ad un certo
punto segue, la fine della vita di Gesù, in base ai vangeli e alla tradizione
cristiana sviluppatasi successivamente. Questa è la sequenza: un angelo consola
Maria nei momenti di angoscia e di tormento prima della sua morte e le annuncia
ciò che avverrà, così come un angelo aveva consolato Gesù poche ore prima della
morte (cfr. Lc 22,43-44). Tutti gli apostoli, compreso Paolo, accompagnano
Maria durante la sua morte e sepoltura, cosa che non era successa nel caso di
Gesù. Maria viene accompagnata da tre vergini che l’assistono, così come Gesù
venne accompagnato venne vegliato sulla croce da tre donne (Gv 19,25). Maria
non sarà vittima di alcun attacco del diavolo e, come accadde con Gesù, non
cadrà nelle mani di Satana, ma lo vincerà protetta dalla forza divina. Maria,
infine, viene deposta in un sepolcro nuovo fuori di Gerusalemme e il terzo
giorno il suo corpo e la sua anima, come per Gesù, sono glorificati.
Il
racconto dell’Assunzione così come si trova riportato nei testi apocrifi dei
primi secoli della Chiesa, non si limita a narrare la fine della vita di Maria,
ma cerca di spiegare anche il significato del suo trapasso e della ricompensa
celeste di cui si è resa meritevole. La narrazione mira ad affermare che Maria
morì veramente (nonostante la discussione dei teologi su questo punto) e che
realmente è stata glorificata (la modalità è anch’essa oggetto di discussione).
Fratelli, Cristo è
risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti (1 Cor 15,20).
La
seconda lettura di oggi vuole aiutarci a riflettere sul significato
dell’Assunzione di Maria e perché è importante nel cammino della fede.
L’Assunzione di Maria rende vero il discorso di Paolo che ci ricorda nella
prima lettera ai Corinti che la resurrezione di Cristo non è un fatto isolato,
circoscritta solamente a Lui, ma è “primizia di coloro che sono morti”. Gesù,
dunque, è il primo di una lunga serie e Maria è l’esempio della verità di
quanto Paolo afferma. Gesù con la sua passione, morte e resurrezione ha aperto
un varco nel cielo, affinché tutti coloro che seguono il suo cammino possano
entrarvi. “Abbassò i cieli e discese” dice il salmo 18. Con la sua Resurrezione
Gesù non ha abbassato i cieli, ma ha aperto una breccia per tutti coloro che
ascoltano la sua Parola e la mettono in pratica.
Che
cosa ci dice il brano del Vangelo di questa solennità sul cammino terreno
percorso da Maria, che l’ha portata sulle tracce del Figlio? Che tratti di
spiritualità mariana possiamo delineare da questi versetti?
ha
guardato l’umiltà della sua serva. Il primo è questo. Il Padre ha guardato di questa ragazza
del popolo d’Israele, non la sua grandezza, fama, bellezza, ma la sua umiltà. Il
Padre ha visto che nell’anima di quella ragazza c’era spazio per entrare. Maria
non cerca se stessa, il proprio interesse, ma esclusivamente la volontà del
Padre. Lei ha capito che il motivo della sua elezione non proveniva da eventuali
meriti personali, ma esclusivamente dallo spazio creatosi in lei a causa della
sua ricerca costante e quotidiana della volontà del Padre.
di
generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Maria ha colto del Padre la
dimensione della misericordia, che avvolge tutti coloro che lo temono, che lo
cercano. Vivere nell’orizzonte del Signore significa fare esperienza della sua
misericordia, che si traduce nella possibilità costante di ripartire nonostante
le cadute, gli sbagli. Prima di ogni rimprovero c’è nel Padre l’offerta data ai
figli di rialzarsi e riprendere il cammino. Tenerezza, amore, misericordia,
dolcezza, mansuetudine: sono tutte parole che dicono di Lui, del Padre, percepito
solamente da coloro che lo cercano con cuore sincero in ogni momento della
vita. La misericordia del Padre produce in coloro che la ricevono una sensazione
di pace che viene trasmessa in modo naturale a coloro che incontriamo nel
cammino.
Invochiamo,
dunque, Maria affinché ci aiuti ogni giorno a vivere come il Suo Figlio e,
così, passare anche noi con lei, da questo mondo di morte, al mondo della vita.
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