Paolo
Cugini
È difficile cogliere l’importanza della festa
di oggi nel contesto della cultura fortemente secolarizzata in cui ci troviamo.
Il sacramento del Battesimo, infatti, come del resto i sacramenti dell’iniziazione
cristiana, prima di essere espressione di un cammino di fede adulto, sono
espressione di una dinamica culturale e sociale. Per questo motivo, i genitori
cercano la Chiesa per battezzare i loro bambini e li conducono a partecipare ai
percorsi di catechesi per accedere ai sacramenti nelle loro parrocchie. Se non
lo facessero, i loro figli si sentirebbero discriminati rispetto alla grande
maggioranza che intraprende questo tipo di attività. La festa di oggi ci
permette, allora, di andare all’origine del rito del battesimo, per riscoprirne
significati e motivazioni e per comprendere che, prima di essere un dato
socioculturale, il battesimo può essere compreso solamente all’interno di una
dinamica di fede in Dio.
Il battesimo di Gesù segna l’inizio della sua
vita pubblica da adulto. La parola battesimo, come sappiamo, significa
immersione e Gesù con questo gesto decide d’immerge la propria vita totalmente
in Dio, affinché tutto nella sua esistenza sia plasmato e modellato dalla
Parola e dalla volontà del Padre. Il battesimo diviene dunque, il segno di una
rottura con la proposta del mondo e il desiderio d’incamminarsi sui sentieri di
Dio. E’, dunque la scelta di una persona libera che dopo un percorso in cui si
confronta con la proposta di Dio presente nella Bibbia, scegliere di vivere in
un modo nuovo, rispondendo ad un appello che viene dall’alto e percepito come
personale. Del resto, lo stesso profeta Isaia, nel brano di lettura che abbiamo
ascoltato, ci ricorda che i pensieri del Signore sono diversi dai nostri e
quindi, per poter vivere di Lui e con lui occorre incamminarsi verso una scelta
definitiva e chiara, che ponga fine ad un modello di vita per iniziarne un
altro. Il battesimo simbolizza, quindi, un passaggio da uno stile di vita
segnato dalla schiavitù delle passioni verso una vita vissuta nella libertà dei
figli e figlie di Dio. Non a caso, la predicazione dei padri della Chiesa dei
primi secoli prendeva come evento di riferimento per comprendere meglio il
battesimo il passaggio del popolo d’Israele nel mar Rosso (Es 14, 19-31),
interpretato appunto, come passaggio dall’Egitto, terra in cui il popolo viveva
in schiavitù, verso la libertà simbolizzata dalla terra d’Israele, la terra
promessa.
“Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo”
(1 Gv 5,3). Questo versetto proclamato nella seconda lettura esprime molto bene
il senso autentico del Battesimo, ne indica le motivazioni profonde. Se alla
nascita siamo generati da nostra madre, che ci immette alla vita, nel battesimo
siamo, per così dire, rigenerati da Dio. C’è dunque una prima nascita nella
carne, una nascita biologica, ed una seconda rinascita dall’alto, nello
Spirito. La vita nello Spirito iniziata
nel Battesimo, ci permette di vivere un’esistenza caratterizzata dalla pace,
amore, giustizia, benevolenza, misericordia, che sono i doni dello Spirito (Gal
5, 22). Paolo ci ricorda che chi nel battesimo viene rigenerato da Dio vince il
mondo, perché viene immesso in un’altra dimensione, non più condizionata dalla
caducità che produce egoismo, invidie, ingiustizia, disuguaglianze, che segnano
negativamente la proposta del mondo, ma dalla vita dello Spirito. Ecco perché è
così importante il battesimo ed ecco perché non può che essere una scelta
libera, frutto di un cammino di presa di coscienza della proposta di Gesù, che
getta luce sulla realtà in cui viviamo.
“E subito uscendo dall’acqua vide squarciarsi i
cieli… E venne una voce dal cielo” (Mc 1,10-11). C’è un dato interessante
nella narrazione del Vangelo di Marco sul battesimo di Gesù, che vale la pena
sottolineare per comprendere sempre meglio il senso del sacramento del
battesimo. Secondo la riflessione biblica dopo il peccato di Adamo ed Eva il
cielo si chiuse, segnando una separazione definitiva tra il cielo e la terra,
tra Dio e l’umanità. Questa chiusura viene espressa in alcuni brani dell’Antico
testamento come, ad esempio, il profeta Isaia che implora Dio dicendo: “Se
tu squarciassi i cieli e scendessi” (Is 63,19). Con il Battesimo di Gesù i
cieli si squarciano, permettendo, dunque, l’entrata di Dio nella storia degli
uomini. D’ora in poi è possibile realizzare una vita in pienezza perché il
Figlio, l’amato dal Padre, ha tracciato un cammino possibile per tutti.
Nell’episodio della morte di Gesù narrato da Marco,
oltre all’espressione poco sopra commentata, vale a dire: “squarciare” (Mc
15,30: il velo del tempio si squarciò), c’è un altro termine che appare anche
nell’episodio del battesimo, vale a dire: la voce. Nel contesto del battesimo
si dice che: “venne una voce dal cielo” (Mc 1,11), mentre nel contesto della
narrazione della morte di Gesù si dice che: “gridò a gran voce” (Mc 15, 38).
Queste corrispondenze letterarie tra l’evento del battesimo di Gesù e la sua
morte, hanno prodotto nella prima comunità cristiana una riflessione, vale a
dire, attraverso il battesimo partecipiamo alla morte di Gesù. Come infatti,
Gesù, accettando di morire ha sconfitto per sempre la forza del mondo su di sé,
passando nel mondo d’amore del Padre, così anche noi attraverso il battesimo
vinciamo in modo definitivo il mondo (è il tema della seconda lettura di oggi)
per vivere con Cristo nell’amore del Padre.
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