sabato 18 maggio 2024

DOMENICA XXVIII B

 






Mc 10, 17-30

 

Paolo Cugini

 

C’è un aspetto della proposta di Gesù, che in queste ultime domeniche viene posto in evidenza nei brani di Vangelo di Marco che ascoltiamo, ed è il modo d’interpretare la Bibbia. In questo senso Gesù esercita il suo ruolo di Maestro, perché non solo insegna contenuti che fanno riferimento al testo Sacro, ma indica il modo d’interpretarlo. Anche nel brano di oggi, infatti, Gesù propone in modo velato, una sua personale interpretazione della legge mosaica. Dinanzi alla richiesta del giovane ricco: “Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”, Gesù risponde proponendo i comandamenti dati da Mosè al popolo d’Israele. Il dato interessante è che nella proposta dei comandamenti, Gesù presenta solo quelli che hanno a che fare con la relazione con gli altri e ignorando i primi, che riguardano la relazione con Dio. Vengono in mente le parole dell’evangelista Giovanni quando nella prima lettera afferma: “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4,20). Con questa proposta è come se Gesù indicasse al giovane ricco che il cammino della vita eterna passa attraverso la relazione con i fratelli e le sorelle, più che con la partecipazione a riti religiosi. Del resto, su questo punto Gesù riprende lo stile profetico quando, nel vangelo di Matteo, per ben tre volte ripete: “Voglio misericordia e non sacrifici” (Mt 9,13).

La vita eterna passa attraverso l’amore tra fratelli e sorelle e la condivisione con i più poveri: è questo il grande insegnamento di Gesù che vale ancora oggi. La dimensione relazionale e sociale della nostra esistenza, del nostro stile di vita manifesta e rende opaca la presenza di Cristo nella storia. Parole semplici e vere, ma che mettono in discussione il cammino di tante comunità cristiane che concentrano i loro interessi religiosi sull’efficienza delle celebrazioni, l’attenzioni alle regole cultuali, più che alla bontà delle relazioni nella comunità e l’attenzione ai poveri e agli esclusi. Dinanzi alla proposta di Gesù il giovane ricco “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni (Mc 10, 22). È per questo motivo, per questa reazione negativa che, alcuni padri della Chiesa, tra i quali Origene, sostenevano che, in realtà, questo giovane ricco era un grande bugiardo. Come si fa, infatti, a dire di aver osservato i comandamenti e poi non condividere i beni con i più poveri? Che amore ai fratelli e le sorelle è quello che non passa dalle mere parole alla pratica? Come Gesù aveva dimostrato nella narrazione del capitolo 7 del Vangelo di Marco, c’è una proposta religiosa che non corrisponde alla volontà di Dio. Per questo motivo è importante seguire e capire come Gesù interpreta la Bibbia. Non tutto ciò che c’è nel testo Sacro è Parola di Dio. Anzi ci sono parole, affermazioni che allontanano il popolo dall’incontro con Dio, perché lo inducono al compimento di precetti religiosi dimenticando la responsabilità con i propri fratelli e sorelle. In questo cammino di vita nuova proposto da Gesù la ricchezza, l’acculo dei beni è un problema, anzi, un impedimento, perché chiude il cuore dell’uomo e della donna in un cieco egoismo, che non permette di vedere e sentire compassione per chi è nel bisogno.

La pagina del Vangelo di oggi offre una chiave di lettura profonda sul cammino di disuguaglianza prodotto dal modello economico neoliberale, adottato da decenni dal mondo Occidentale, un modello che aumenta ogni giorno il fossato tra pochi ricchi e moltitudini di poveri, fossato visibile non solo nei così detti paesi del Terzo Mondo, ma anche nelle nostre città occidentali. Seguire la proposta di Gesù, vivere il Vangelo significa la disponibilità a lasciarsi trasformare, a cambiare mentalità, per passare da una vita incentrata su se stessi ad una vita di condivisione donazione di sé.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento