mercoledì 11 gennaio 2023

IN TUTTO SIMILE

 



doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio (Eb 2,16-18). Diventare simile ai fratelli e le sorelle per essere misericordioso: è questo il metodo di Gesù contenuto nel mistero dell’incarnazione. Talmente simile da essere difficile riconoscerlo. E, infatti, non lo si riconosce dal suo aspetto esterno, ma dalla qualità della sua umanità e, in modo particolare, dalla sua misericordia. Farsi simile di coloro ai quali desidero annunciare il Vangelo: è questo il metodo. Penandoci bene, è un metodo esigente che richiede una fede molto radicata e la percezione della propria vita come vocazione.

Per andare verso gli altri per farsi simili a loro, bisogna avere un’identità molto trasparente, occorre essere identificati con la propria missione. Si tratta, infatti, di mettersi in un cammino di spogliazione di sé, di abbandono totale, di libertà nei confronti di sé stessi al punto di essere disponibile a rinnegarsi, ad annullarsi, per assumere una nuova “carne”, la cultura dell’altro, la sua mentalità. Chi è troppo attaccato a se stesso non riesce a compiere questo cammino e non parte mai. Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli. Questo “in tutto” è molto radicale e non lascia spazio a doppi giochi. Il cammino verso l’altro per essere autentico e mosso dal desiderio di condividere il Vangelo, dev’essere nell’ordine dell’incarnazione che, allo stesso tempo significa, disponibilità a lasciarsi contaminare dal mondo dell’altro. “In tutto simile”: indica un cammino d’immersione nel mondo dell’altro che coinvolge ogni aspetto della vita, sin nei minimi dettagli per arrivare ad un certo punto di dimenticare totalmente se stessi. Se l’obiettivo è annunciare la misericordia di Dio, che è l’essenza del Vangelo, allora non è possibile farlo da un punto distante, da una situazione che dice diversità, distanza.

Solo il processo di similitudine in tutto può garantire la possibilità di comunicare la misericordia di Dio. È sul piano dell’identità che si comunica il Vangelo. Colui che incontra il cristiano deve sentire sintonia. Il processo d’incarnazione, che è allo stesso tempo il cammino dell’inculturazione del Vangelo, esige la disponibilità a perdersi, a rinnegarsi, a lasciarsi trasformare. Ciò comporta la libertà a non identificarsi con il proprio punto di partenza, la propria cultura, le proprie radici. La disponibilità allo sradicamento è necessaria per l’efficacia del processo d’inculturazione del Vangelo, che passa attraverso l’incarnazione nella cultura dell’altro.

 

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