doveva
rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote
misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio (Eb
2,16-18). Diventare simile ai fratelli e le sorelle per essere misericordioso:
è questo il metodo di Gesù contenuto nel mistero dell’incarnazione. Talmente simile
da essere difficile riconoscerlo. E, infatti, non lo si riconosce dal suo aspetto
esterno, ma dalla qualità della sua umanità e, in modo particolare, dalla sua
misericordia. Farsi simile di coloro ai quali desidero annunciare il Vangelo: è
questo il metodo. Penandoci bene, è un metodo esigente che richiede una fede
molto radicata e la percezione della propria vita come vocazione.
Per
andare verso gli altri per farsi simili a loro, bisogna avere un’identità molto
trasparente, occorre essere identificati con la propria missione. Si tratta,
infatti, di mettersi in un cammino di spogliazione di sé, di abbandono totale,
di libertà nei confronti di sé stessi al punto di essere disponibile a
rinnegarsi, ad annullarsi, per assumere una nuova “carne”, la cultura dell’altro,
la sua mentalità. Chi è troppo attaccato a se stesso non riesce a compiere
questo cammino e non parte mai. Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.
Questo “in tutto” è molto radicale e non lascia spazio a doppi giochi. Il
cammino verso l’altro per essere autentico e mosso dal desiderio di condividere
il Vangelo, dev’essere nell’ordine dell’incarnazione che, allo stesso tempo
significa, disponibilità a lasciarsi contaminare dal mondo dell’altro. “In
tutto simile”: indica un cammino d’immersione nel mondo dell’altro che coinvolge
ogni aspetto della vita, sin nei minimi dettagli per arrivare ad un certo punto
di dimenticare totalmente se stessi. Se l’obiettivo è annunciare la misericordia
di Dio, che è l’essenza del Vangelo, allora non è possibile farlo da un punto
distante, da una situazione che dice diversità, distanza.
Solo
il processo di similitudine in tutto può garantire la possibilità di comunicare
la misericordia di Dio. È sul piano dell’identità che si comunica il Vangelo. Colui
che incontra il cristiano deve sentire sintonia. Il processo d’incarnazione,
che è allo stesso tempo il cammino dell’inculturazione del Vangelo, esige la disponibilità
a perdersi, a rinnegarsi, a lasciarsi trasformare. Ciò comporta la libertà a
non identificarsi con il proprio punto di partenza, la propria cultura, le
proprie radici. La disponibilità allo sradicamento è necessaria per l’efficacia
del processo d’inculturazione del Vangelo, che passa attraverso l’incarnazione
nella cultura dell’altro.
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