mercoledì 14 aprile 2021

PACE A VOI!

 





III DOMENICA PASQUA B

At 3,13-15.17-19; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24, 35-48

Paolo Cugini

 

La liturgia della Parola del tempo di Pasqua ci offre degli indizi per imparare a cogliere la presenza del risorto nel mondo. Pasqua significa passaggio dal mondo condizionato dalla contingenza umana, verso il mondo del Padre, che è il mondo dell’amore pieno, autentico. Questo passaggio Gesù lo ha realizzato attraverso una vita piena, mostrando il significato autentico dell’amore che viene dal Padre, che è gratuità, dono di sé condiviso con le sorelle e i fratelli. Partecipare di questa vita nuova è il senso del cammino di Pasqua, per riscoprire, allo stesso tempo, la bellezza di far parte della comunità che si riconosce nel Vangelo di Gesù.

Gesù in persona stette in mezzo a loro” (Lc 24, 36). Ci sono delle frasi nel Vangelo che sembrano messe lì di passaggio, per aprire un discorso o per chiuderlo e, quindi, dal punto di vista letterale, sembrano innocue, senza un significato specifico. E, invece, se le so osserva con attenzione, proprio queste frasi apparentemente innocue, presentano una profondità di significati impensabili ad uno sguardo superficiale. Nelle apparizioni di Gesù ai discepoli e alle discepole, sia nel Vangelo di Luca che di Giovani, quando Gesù appare si dice che: “stette in mezzo a loro”. Questa ripetizione deve, dunque avere un significato. Non si dice, infatti, che Gesù, quando appariva, stava davanti o dietro, ma in mezzo. Probabilmente questa specificazione è un’indicazione per tutte le comunità di ogni epoca e latitudine che desiderano vivere seguendo il Signore risorto. Ebbene, la comunità è segno visibile del risorto quando le relazioni che vengono vissute sono basate sul principio di uguaglianza, in cui tutti e tutte hanno accesso al Signore senza alcuna distinzione. Gesù appare in mezzo per manifestare al mondo che d’ora innanzi tutti coloro che lo seguono possono accedere a Lui senza mediazioni di grado o di titoli, perché in Lui tutti siamo figli e figlie di Dio.

E disse: la pace sia con voi” (Lc 24, 36). Quando la comunità che annuncia il Signore risorto vive relazioni di uguaglianza, destrutturando, in questo modo, dall’interno, i meccanismi aggressivi d’invidia, gelosia, rancore generati dall’egoismo umano modellato dall’istinto di sopravvivenza, significa che qualcosa di nuovo è in atto, la vita del risorto è all’opera modificando la struttura delle relazioni, che da aggressive diventano progressivamente pacifiche, modellate dall’amore del Signore, allora, senza dubbio, la pace regna nella comunità. La pace che viene da Dio è un dono che sgorga dalla comunità che accoglie la Parola del Risorto, permette al suo Spirito di agire, di ricreare dall’interno della coscienza di ognuno un nuovo modo di stare al mondo, di relazionarsi, d’interagire.

Sono proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24,39). Quando la comunità si alimenta e vive della qualità di vita che viene dal risorto, allora Lui si fa visibile agli occhi di tutti coloro che sono alla ricerca di un senso della vita, al punto che lo possono “vedere e toccare” e, di conseguenza, si apre per il mondo una possibilità di fede nel risorto. Ecco, perché, la comunità cristiana ha un ruolo fondamentale nell’economia della salvezza, perché può rendere visibile, tangibile agli occhi del mondo, la presenza del risorto. Quando coloro che credono nel Signore permettono allo Spirito Santo di ricreare i tratti dell’umanità del Signore, si sforzano di viere come Lui ha vissuto, cercando sempre la giustizia, creando relazioni basate sulla misericordia, rimanendo costantemente attenti ai poveri, alle persone in difficoltà per aiutarle ad uscire dall’indigenza, allora diventa visibile, tangibile che in quel pezzo di umanità che agisce in quel modo, c’è all’opera il germe di vita nuova manifestata dalla risurrezione di Gesù.

Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24,45). E’ la comunità segno della presenza del risorto, che diviene criterio per comprendere le Scritture. Certamente, sono estremamente utili per noi oggi, che viviamo a diversi secoli di distanza dai fatti narrati dai vangeli, i contribuiti degli studiosi della Bibbia, che ci offrono un materiale indispensabile per comprendere la Parola. E’ comunque, chiaro dalle parole ascoltate nel Vangelo di oggi, che la nostra mente si apre alla comprensione ultima della Parola, quando abbiamo la possibilità di vedere e di toccare ciò che in quelle pagine viene narrato. E’ nel vissuto della comunità che condivide, che vive in modo gratuito, che genera relazioni di uguaglianza, che pone al centro i poveri, che diventa possibile comprendere il significato profondo del Vangelo e, in questo modo, diviene possibile annunciarlo con gioia, perché percepito come messaggio autentico.

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