III DOMENICA PASQUA B
At 3,13-15.17-19; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24, 35-48
Paolo Cugini
La
liturgia della Parola del tempo di Pasqua ci offre degli indizi per imparare a
cogliere la presenza del risorto nel mondo. Pasqua significa passaggio dal mondo
condizionato dalla contingenza umana, verso il mondo del Padre, che è il mondo
dell’amore pieno, autentico. Questo passaggio Gesù lo ha realizzato attraverso
una vita piena, mostrando il significato autentico dell’amore che viene dal
Padre, che è gratuità, dono di sé condiviso con le sorelle e i fratelli.
Partecipare di questa vita nuova è il senso del cammino di Pasqua, per
riscoprire, allo stesso tempo, la bellezza di far parte della comunità che si
riconosce nel Vangelo di Gesù.
“Gesù
in persona stette in mezzo a loro” (Lc 24, 36). Ci sono delle frasi nel Vangelo
che sembrano messe lì di passaggio, per aprire un discorso o per chiuderlo e,
quindi, dal punto di vista letterale, sembrano innocue, senza un significato
specifico. E, invece, se le so osserva con attenzione, proprio queste frasi
apparentemente innocue, presentano una profondità di significati impensabili ad
uno sguardo superficiale. Nelle apparizioni di Gesù ai discepoli e alle discepole,
sia nel Vangelo di Luca che di Giovani, quando Gesù appare si dice che: “stette
in mezzo a loro”. Questa ripetizione deve, dunque avere un significato. Non
si dice, infatti, che Gesù, quando appariva, stava davanti o dietro, ma in
mezzo. Probabilmente questa specificazione è un’indicazione per tutte le
comunità di ogni epoca e latitudine che desiderano vivere seguendo il Signore risorto.
Ebbene, la comunità è segno visibile del risorto quando le relazioni che vengono
vissute sono basate sul principio di uguaglianza, in cui tutti e tutte hanno
accesso al Signore senza alcuna distinzione. Gesù appare in mezzo per
manifestare al mondo che d’ora innanzi tutti coloro che lo seguono possono
accedere a Lui senza mediazioni di grado o di titoli, perché in Lui tutti siamo
figli e figlie di Dio.
“E
disse: la pace sia con voi” (Lc 24, 36). Quando la comunità che annuncia il
Signore risorto vive relazioni di uguaglianza, destrutturando, in questo modo,
dall’interno, i meccanismi aggressivi d’invidia, gelosia, rancore generati dall’egoismo
umano modellato dall’istinto di sopravvivenza, significa che qualcosa di nuovo
è in atto, la vita del risorto è all’opera modificando la struttura delle
relazioni, che da aggressive diventano progressivamente pacifiche, modellate
dall’amore del Signore, allora, senza dubbio, la pace regna nella comunità. La
pace che viene da Dio è un dono che sgorga dalla comunità che accoglie la
Parola del Risorto, permette al suo Spirito di agire, di ricreare dall’interno
della coscienza di ognuno un nuovo modo di stare al mondo, di relazionarsi, d’interagire.
“Sono
proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24,39). Quando la comunità si
alimenta e vive della qualità di vita che viene dal risorto, allora Lui si fa
visibile agli occhi di tutti coloro che sono alla ricerca di un senso della
vita, al punto che lo possono “vedere e toccare” e, di conseguenza, si apre per
il mondo una possibilità di fede nel risorto. Ecco, perché, la comunità cristiana
ha un ruolo fondamentale nell’economia della salvezza, perché può rendere
visibile, tangibile agli occhi del mondo, la presenza del risorto. Quando coloro
che credono nel Signore permettono allo Spirito Santo di ricreare i tratti dell’umanità
del Signore, si sforzano di viere come Lui ha vissuto, cercando sempre la
giustizia, creando relazioni basate sulla misericordia, rimanendo costantemente
attenti ai poveri, alle persone in difficoltà per aiutarle ad uscire dall’indigenza,
allora diventa visibile, tangibile che in quel pezzo di umanità che agisce in
quel modo, c’è all’opera il germe di vita nuova manifestata dalla risurrezione
di Gesù.
“Allora
aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24,45). E’ la comunità
segno della presenza del risorto, che diviene criterio per comprendere le
Scritture. Certamente, sono estremamente utili per noi oggi, che viviamo a diversi
secoli di distanza dai fatti narrati dai vangeli, i contribuiti degli studiosi
della Bibbia, che ci offrono un materiale indispensabile per comprendere la
Parola. E’ comunque, chiaro dalle parole ascoltate nel Vangelo di oggi, che la
nostra mente si apre alla comprensione ultima della Parola, quando abbiamo la
possibilità di vedere e di toccare ciò che in quelle pagine viene narrato. E’
nel vissuto della comunità che condivide, che vive in modo gratuito, che genera
relazioni di uguaglianza, che pone al centro i poveri, che diventa possibile
comprendere il significato profondo del Vangelo e, in questo modo, diviene
possibile annunciarlo con gioia, perché percepito come messaggio autentico.
Nessun commento:
Posta un commento