martedì 12 gennaio 2021

LECTIO DEL GIORNO: 12 GENNAIO 2021


 



Paolo Cugini

Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente, però, non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa” (Eb 2,8). È questo il motivo della tensione che si genera nell’anima del cristiano, del discepolo e discepola, vale a dire, la constatazione che la presenza di Gesù nel mondo, della sua parola, del suo amore e della sua giustizia sia marginale, insignificante, una realtà che non si vede, se non nel cuore di chi crede. Più che essere sottomesso al Signore Gesù il mondo sembra essere sottomesso da altre forze, da altre realtà antagoniche al Signore. Questa tensione è descritta meglio, anche se con un’allegoria più pesante, nel libro dell’Apocalisse.

 “Conveniva infatti che Dio - per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria - rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza (Eb 2, 10). Sofferenza come cammino di perfezione: cosa significa? La sofferenza sulla croce che ha condotto Gesù alla morte, è stato il coronamento del suo percorso umano, che ha realizzato sino alla fine, compresa, dunque la morte. Per questo le sue parole sono vere, perché, pur essendo Dio, non ha preso delle scorciatoie e, in questo modo, vivendo sino alla fine conforme alla carne assunta, che lo ha condotto alla passione e morte in croce, ha reso le sue parole vere per noi, vere perché umane, parole che sanno di terra, della nostra condizione umana e, di conseguenza, credibili. Non si tratta, quindi, di un elogio alla sofferenza e del fatto che la sofferenza in sé è necessaria per la salvezza, ma il riferimento è alla condizione umana che passa attraverso questo elemento.

“nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui” (Mc 1, 23-26). Che cosa è venuto a fare Gesù? A togliere l’impurità, che non è una designazione di qualcosa che appartiene alla sfera della sessualità, ma è un’indicazione sulla relazione con Dio. Secondo la legge ebraica ci sono delle situazioni che rendono impuro l’uomo e la donna e, di conseguenza, non gli permettono di avvicinarsi al sacro. Ebbene, Gesù, con la sua presenza, con la sua Parola e i suoi gesti rende sacra ogni cosa, togli l’impurità, tutto ciò che non permette all’umanità di avvicinarsi a Dio.

 

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