mercoledì 27 dicembre 2023

CIO' CHE LE NOSTRE MANI TOCCARONO

 



Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena (1 Gv 1, 1-4).

Sono parole sconvolgenti quelle dell’Apostolo Giovanni. Lui è totalmente convinto di aver toccato Dio, di averlo ascoltato con le sue orecchie, di averlo visto con i propri occhi. Sono affermazioni sconvolgenti, ma che rivelano un dato fondamentale: c’è qualcuno che ha toccato Dio, l’ha vito e udito, l’ha incontrato nella propria vita e gli ha potuto parlare come si parla con qualsiasi persona. Questo è il cuore della fede cristiana che passa attraverso un’esperienza sensibile. Giovanni ha creduto perché ha visto e il suo annuncio è basato sulla propria esperienza personale, anche perché, chi ha potuto fare un’esperienza simile, non riesce a restare con le mani in mano, ma sente l’esigenza impellente di condividere. Giovanni è convinto che quell’uomo chiamato Gesù Cristo, con il quale ha vissuto per tre anni, è il Verbo della Vita. Quella vita, quel senso della vita che ogni persona cerca continuamente è venuta al nostro incontro, si è data a conoscere in modo semplice e immediato al punto che ogni persona può accoglierla gratuitamente.

 Chi desidera vivere in modo degno, d’ora innanzi, non ha altra possibilità che accogliere il Verbo della Vita, Gesù Cristo, ascoltando e interiorizzando la sua Parola per viverla. Ed è proprio vivendo quello che Lui ha detto e fatto che sperimentiamo misteriosamente la sua presenza, perché, di fatto, Lui è vivo, è qui in mezzo a noi e in noi. La vita, infatti, quella vera, quella che si è manifestata e fatta visibile in Gesù non muore mai. Questa dinamica della fede in Gesù che passa attraverso l’esperienza sensibile di Lui, quell’esperienza che ha vissuto Giovanni, dovrebbe riprodursi anche oggi. Infatti, nessuno crede in ciò che non vede. Nessuno imposta tutta una vita su una storia passata.

Ci dev’essere qualcosa di forte, di sensibile, che coinvolge tutta la persona in un’esperienza unica, come può essere l’incontro con una persona che comunica una forza vitale incredibile.

 

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