Figlioli miei, quello che
era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i
nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo
della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo
testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si
manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a
voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con
il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la
nostra gioia sia piena (1 Gv 1, 1-4).
Sono
parole sconvolgenti quelle dell’Apostolo Giovanni. Lui è totalmente convinto di
aver toccato Dio, di averlo ascoltato con le sue orecchie, di averlo visto con
i propri occhi. Sono affermazioni sconvolgenti, ma che rivelano un dato
fondamentale: c’è qualcuno che ha toccato Dio, l’ha vito e udito, l’ha
incontrato nella propria vita e gli ha potuto parlare come si parla con
qualsiasi persona. Questo è il cuore della fede cristiana che passa attraverso
un’esperienza sensibile. Giovanni ha creduto perché ha visto e il suo annuncio
è basato sulla propria esperienza personale, anche perché, chi ha potuto fare
un’esperienza simile, non riesce a restare con le mani in mano, ma sente l’esigenza
impellente di condividere. Giovanni è convinto che quell’uomo chiamato Gesù
Cristo, con il quale ha vissuto per tre anni, è il Verbo della Vita. Quella vita,
quel senso della vita che ogni persona cerca continuamente è venuta al nostro
incontro, si è data a conoscere in modo semplice e immediato al punto che ogni
persona può accoglierla gratuitamente.
Chi desidera vivere in modo degno, d’ora
innanzi, non ha altra possibilità che accogliere il Verbo della Vita, Gesù
Cristo, ascoltando e interiorizzando la sua Parola per viverla. Ed è proprio
vivendo quello che Lui ha detto e fatto che sperimentiamo misteriosamente la
sua presenza, perché, di fatto, Lui è vivo, è qui in mezzo a noi e in noi. La
vita, infatti, quella vera, quella che si è manifestata e fatta visibile in
Gesù non muore mai. Questa dinamica della fede in Gesù che passa attraverso l’esperienza
sensibile di Lui, quell’esperienza che ha vissuto Giovanni, dovrebbe riprodursi
anche oggi. Infatti, nessuno crede in ciò che non vede. Nessuno imposta tutta
una vita su una storia passata.
Ci
dev’essere qualcosa di forte, di sensibile, che coinvolge tutta la persona in
un’esperienza unica, come può essere l’incontro con una persona che comunica una
forza vitale incredibile.
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