mercoledì 31 dicembre 2025

Contemplare la gloria del Mistero nella carne di Cristo

 




Paolo Cugini

 

E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità
(Gv 1,15).

 

C’è una meraviglia che attraversa la storia e illumina ogni tempo: il Mistero eterno si è reso vicino nella carne di Cristo. In Lui, il Mistero invisibile si è fatto visibile, il Padre/Madre glorioso ha assunto un volto umano: fragile; eppure, carico di una forza che trasforma, semplice eppure traboccante di una luce che non conosce tramonto.

Contemplare la gloria del Mistero nell’umanità di Gesù è lasciarsi sorprendere dal fatto che il Mistero non è rimasto distante. In ogni gesto, sguardo, parola e scelta di Gesù, brilla la pienezza di un amore che tutto abbraccia e risana. La gloria del Mistero non è più nascosta: essa si lascia toccare e vedere nell’umiltà della carne, nella concretezza di un uomo che attraversa le strade polverose della Galilea, che si commuove e che piange, che gioisce e che accoglie.

Le scelte di Gesù, spesso controcorrente e libere da ogni calcolo umano, sono segno di una presenza altra. Nei suoi tratti umani si cela la profondità del Mistero: la sua compassione per i piccoli, la sua tenerezza verso gli esclusi, la sua fermezza nel denunciare le ingiustizie. Ogni parola che esce dalla sua bocca è trasparente come l’acqua di una sorgente, limpida e diretta, eppure capace di penetrare le zone più oscure del cuore. In Lui, il Mistero si fa vicino e accessibile, eppure resta sempre più grande di ciò che possiamo comprendere.

La luminosità del suo essere è come una fiamma che squarcia le tenebre. Chi viveva nell’ombra della disperazione e della solitudine, in Gesù ha visto accendersi una speranza nuova. I suoi gesti semplici, una carezza, un pane spezzato, uno sguardo di perdono, sono la manifestazione concreta dell’amore del Padre, che non umilia ma innalza, che non costringe ma suscita libertà. In Lui, la vita trabocca e si dona senza misura.

La luce che Cristo porta non è violenta, non impone né costringe, ma penetra il mondo con amore, umiltà e rispetto della libertà di ciascuno. È una luce che invita, che chiama, che attende; una luce che non si spegne davanti alla resistenza dell’uomo, ma continua a splendere dolcemente offrendo la possibilità di rinascere. “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”: in questa fedeltà silenziosa, si svela la gloria del Mistero.

Accogliere questa luce è il cammino del discepolo, della discepola, è la scelta quotidiana di lasciarsi raggiungere e trasformare dalla presenza del Risorto. È lasciar entrare nel cuore la forza mite dell’amore vero, diventando a nostra volta testimoni e portatori di una speranza che non delude. La fede non è fuga dal mondo, ma sguardo nuovo, capace di riconoscere nelle pieghe della storia la traccia luminosa del Mistero che si fa carne.

Oggi più che mai, siamo invitati a lasciarci illuminare da questa luce e a testimoniarla con la nostra vita. Non abbiamo bisogno di grandi parole, ma di gesti semplici, di sguardi veri, di cuore aperto. Come lampade accese nella notte, possiamo riflettere la gloria del Mistero che si è rivelata in Cristo, perché il mondo creda e scopra che la vita, in Lui, è pienezza senza fine. Lasciamo che questa luce entri nelle nostre pieghe più oscure: sarà Lei a guidarci nel cammino, a riscaldarci il cuore, a renderci segno vivo della presenza di Dio nella storia.

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