venerdì 27 agosto 2021

LA VERA RELIGIONE

 


DOMENICA XXII/B






(Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Gc 1,17-18.21b-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23)

 

Paolo Cugini

 

      L’uomo e la donna cercano la religione per dare un senso alla vita, perché, cammin facendo, ci si accorge che la vita non ha senso quando è basata solamente sulle cose materiali. Abbiamo bisogno di significati che vanno al di là dei dati sensibili, che orientino l’esistenza dandole sapore, un significato profondo. Ebbene, la religione solitamente offre questi contenuti che aiutano l’umanità a camminare con la mente aperta e rivolta al cielo. Non basta, comunque, seguire una religione per sentirsi apposto, per avere un senso alla vita. È questo che sembra dirci Gesù nel Vangelo di oggi. Ci sono dei cammini che vengono spacciati come realtà che vengono da Dio e, invece, non si tratta altro che esigenze umane. Se da un lato è importante e giusto cercare di dare sapore all’esistenza attraverso i contenuti di una religione, dall’altro occorre essere attenti per non correre il rischio di orientare la propria vita su percorsi negativi, che invece di ampliare il senso della via, la diminuiscono. Come fare per capire se il cammino intrapreso è quello Giusto? Ci sono dei criteri?

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini
(Mc 7, 6-8).

      Dinanzi al rimprovero dei farisei nei confronti dei discepoli di Gesù, che prendevano il cibo con le mani non lavate, che per loro significava mani impure, Gesù offre una risposta piena di indicazioni importanti. I farisei fanno riferimento ai capitoli che nel libro del Levitico parlano dei criteri che indicano l’impurità di una persona, i cibi e gli animali che non si possono mangiare. Secondo Gesù queste indicazioni, spacciate come parola e volontà di Dio non sono altro che aggiunte, precetti e dottrine di uomini. C’è dunque una religione che è fatta di dottrine umane e trascura il comandamento di Dio. La conseguenza è molto grande. Infatti, chi segue le dottrine e le tradizioni inventate dagli uomini diventa una persona dura, rigida, intransigente, come sono in questo specifico caso i farisei nei confronti dei discepoli di Gesù. Chi segue il comandamento di Dio, che è l’amore, orienta la propria vita nell’attenzione all’altro, soprattutto ai più poveri; impara a condividere il poco o il tanto che ha; impara a perdonare per il fatto che si sente continuamente inondato della misericordia di Dio. La scrupolosa osservanza della dottrina degli uomini e l’obbedienza al comando di Dio generano, dunque, due stili di vita ben diversi. Il criterio che Gesù offre per capire se una parola o un precetto viene da Dio o è qualcosa che viene dagli uomini è l’amore, che si traduce nella ricerca di relazione umane autentiche, nello sforzo di costruire ponti di pace e di uguaglianza, nella costante attenzione agli ultimi.

Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro. E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo (Mc 7, 14-23).

    Le parole di Gesù ai discepoli sono un’indicazione per coloro che intendono intraprendere un cammino di fede, di fiducia nella parola del Signore. Si parte dall’interno, dalla coscienza, dalla verifica di ciò che c’è dentro di noi. Se, come ha dichiarato Gesù, non sono le cose esterne che rendono impuro l’uomo e la donna, vale a dire, che impediscono la relazione con Dio, ciò significa che il punto di partenza del lavoro spirituale è la vita interiore, è la cura dell’anima, per liberarla dalle scorie create dagli istinti, che generano uno stile di vita improntato sull’egoismo e che sfocia in relazioni umane deleterie.

Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza.  Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo (Gc 1, 27).

Fare spazio alla Parola del Signore affinché, vivendola, purifichi la nostra coscienza da ogni forma di egoismo. È la Parola di Gesù che ci spinge verso l’altro, l’altra, verso i poveri, per un cammino di vita segnato dall’amore disinteressato e gratuito. È questa la vera religione, quella che ci ha insegnato Gesù con le parole e la vita e che ci ha trasmesso con il suo Spirito.

 

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