mercoledì 4 giugno 2025

UNA DONNA DI NOME DAMARIS (At 17,36)

 



 

Paolo Cugini

Dàmaris è una donna citata alla fin della narrazione della predicazione di Paolo ad Atene. È una predicazione che rappresenta un’ottima testimonianza della capacità di Paolo di inculturare il Vangelo nei più svariati contesti culturali. In questo caso Paolo si trova ad Atene, la patria della filosofia, culla della cultura occidentale e, per questo nella sua predicazione inizia citando autori della cultura locale. È un ottimo esempio di inculturazione: l’annuncio in un contesto culturale nuovo esige un aggancio per attirare l’attenzione I

n ogni modo, come sappiamo dalla narrazione, Ad Atene Paolo ebbe scarso successo eccetto il caso di alcune persone che abbracciarono la fede e, tra queste, una donna de nome Dàmaris. Un piccolo accenno che, però, apre varchi enormi. Là dove il mondo si chiude dinanzi alla predicazione del Vangelo, lo stesso Vangelo trova spazio nel cuore di coloro che nella società non valevano nulla: le donne. Questo picco accenno, dunque, di un nome di donna, Dàmaris, che aderisce alla fede e diviene credente, è l’indicazione della rivoluzione culturale e sociale che il piccolo seme del Vangelo sta producendo.

Basta solamente lanciarlo, che primo o poi, in modo insperato e in luoghi impossibili per il mondo, viene accolto e produce frutti sconvolgenti. La donna di nome Dàmaris è lo spazio teologico in cui avviene l’impossibile. Sono questi i miracoli del Vangelo, che apre nuovi orizzonti, squarcia i cieli ed entra una nuova luce.

 

Nessun commento:

Posta un commento