Paolo Cugini
“Egli
non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima
per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per
tutte, offrendo se stesso” (Eb 7,26).
In che senso il sacerdozio di Cristo
è maggiore dei sommi sacerdoti della tradizione ebraica? Mentre i secondi
offrono sacrifici di qualcosa di esterno, come animali, Gesù ha offerto la
propria vita al Padre. È infatti, Lui l’agnello immolato per l’umanità. C’è un
cammino di perfezione umana che Gesù ha compiuto, ed è il cammino di un’obbedienza
d’amore che lo ha condotto in un percorso segnato da grandi sofferenze, di
tensioni interne ed esterne che, però, non lo hanno fatto desistere. Questo
cammino è terminato con il dono della sua vita per amore al Padre, che diventa
possibilità per tutti di vivere un’esistenza non da schiavi, ma da figli e
figlie, nella libertà e nell’amore di Dio. Le parole dell’autore della lettera
agli Ebrei sono un invito a fidarci di Cristo, a seguire il suo percorso, a
vivere cercando continuamente l’amore del Padre, il dono della propria vita per
gli altri. Con Gesù usciamo dalla logica del sacrificio esterno, che serve per
mettere in pace la coscienza, ed entriamo nella logica del dono gratuito di sé,
di una vita che esce dai cammini dell’egoismo e dell’autoaffermazione di sé,
per imparare a vivere da figli e figlie. Nella stessa prospettiva è il salmo
della liturgia di oggi che dice:
“Sacrificio
e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo» (Sal 39).
Uscire dalla logica religiosa del
sacrificio per entrare nel cammino dell’amore, del dono di sé: è questa la
grande novità di Gesù.
Gli
spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei
il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli
fosse (Mc 3,12). È impuro colui, colei che non può aver
accesso al sacro. Lo spirito impuro riconosce ciò che è sacro, lo percepisce,
lo sente. Gesù impone a questi spiriti, a queste persone impure che riconoscono
il sacro presente nella storia di non rivelarlo: perché? La manifestazione dell’identità
di Gesù dev’essere scoperta all’interno di un cammino di fede, di una relazione
con Lui, che conduce ad assimilare la Sua Parola, il suo stile di vita. Solo
sotto la croce, nel Vangelo di Marco (Mc 15,38), è possibile comprendere l’identità
del Cristo, il Figlio di Dio.
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