Io sono il Signore, tuo Dio,
Alzarsi con questa consapevolezza, che Tu non ci molli la
mano, che non debbiamo aver paura, perché Tu sei con noi, in ogni momento e non
ci abbandoni. È questo il messaggio di Isaia che oggi viene donato alla Chiesa
e che rivela l’aspetto personale della relazione del mistero del Padre con ogni
persona. Non sentirsi solo, sentire di essere avvolto dall’amore del Padre, è
un grande dono della fede. Fare di tutto durante la giornata per evitare pensieri
oscuri, che nascono dalla solitudine, pensare positivo, ricordando questi
versetti, richiamando la presenza del Mistero, facendo spazio alla sua
presenza.
Non smettere di sognare: è questo che mi viene da dire leggendo
questa pagina d’Isaia. Allo stesso tempo questi versetti mi suggeriscono quello
che dovrebbe essere il mio compito in una comunità: produrre visioni positive;
aiutare le persone a non smettere di guardare al futuro con il cuore pieno di
speranza. Produrre immagini che sappiano illuminare l’immaginazione, per non
permettere agli eventi negativi di devastare la speranza, di farla a pezzi e di
rendere il cuore pieno di amarezza. Portatore di speranza: è questo il mio
compito.
In verità io vi dico: fra
i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il
più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui
Giovanni Battista chi era, se non un personaggio che faceva
sognare le persone, soprattutto i più poveri e afflitti. La sua predicazione dai
toni duri, con il costante invito alla conversione, non era altro che un invito
ad aprire i cuori per fare spazio a Colui che stava per venire. In questo modo
costringeva i suoi ascoltatori a guardare avanti, a utilizzare il presente per
preparare il terreno al nuovo che stava arrivando.
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