venerdì 4 marzo 2022

IL VERO DIGIUNO

 




Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».
(Is 58),  

Parole di Isaia contro la ritualità e la liturgia fine a se stessa, che non ha una ricaduta sulla vita quotidiana. Quello che celebriamo nel tempio si deve vedere sulla piazza. Celebriamo, infatti, la vita nuova che si è manifestata in Gesù e che ricordiamo nell’eucarestia. Questa stessa vita che assimiliamo nella Parola e nel cibo del suo corpo e del suo sangue, ci conduce a vivere come Lui e di Lui. Tutto ciò significa che c’è una liturgia che non funziona, ma che è nociva; c’è tutta una religione e dei riti che invece di produrre cammini di vita nuova, producono cammini di morte, perché sono a servizio dell’egoismo umano e del suo orgoglio.

Lo spezzare il pane eucaristico divine visibile nella condivisione con i più poveri: è questo il senso dell’eucaristia. La libertà di Gesù che celebriamo nei sacramenti diviene reale quando ci sforziamo di spezzare i gioghi degli oppressi, ci impegniamo ad aiutare le persone che vivono situazioni di schiavitù. Quaresima, allora, come tempo per liberarci una volta per tutto dal gioco sottile e perverso della falsa religione, fatta di ipocrisie, ma che lentamente ci svuota. Liberarci dalla falsa religione per poter vivere in modo libero e sereno un nuovo rapporto con il Signore della vita, che si è donato per amore e ci invita anche noi a fare della nostra vita una storia d’amore e di libertà.

 

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