lunedì 22 novembre 2021

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO/C





(Lc 21,25-28.34-36)

Paolo Cugini

 

     Si riparte. È questo il primo significato immediato dell’Avvento. La liturgia ci offre un nuovo inizio, che diventa una nuova possibilità: per cosa? Credo, per vivere in modo più autentico e intenso il Vangelo. C’è sempre una speranza per chi si mette sui passi di Gesù: niente è perduto. Altro aspetto da considerare è il fatto che la Parola di Dio, quello che ha da dirci, ha sempre qualcosa di nuovo da rivelarci, perché non è un insieme di verità apodittiche, ma un dono che ci viene offerto, una luce che illumina il cammino in ogni tappa della vita e, come sappiamo, ogni tappa è diversa. Leggiamo, allora, le letture di questa prima domenica di Avvento, con la curiosità nel cuore di coloro che vogliono crescere nella conoscenza del Signore, con il desiderio di non perdere l’occasione che ci viene offerta di divenire più umani.


«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

     I primi versetti del Vangelo di oggi fanno parte della sezione in cui viene annunciata la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, che invece di aiutare i poveri e le persone bisognose, aveva messo in piedi un sistema di arricchimento che sfruttava gli stessi poveri. Una struttura di questo genere non ha più ragione di essere. Questi eventi, siccome riguardano il futuro, sono annunciati utilizzando la letteratura apocalittica e, in modo particolare, alcuni passaggi dei profeti Isaia, Amos e Gioele. La notizia che deve generare una grande gioia nella comunità cristiana è che, la presenza di Gesù nella storia, provoca la caduta delle false potenze terrene, simbolizzate dagli astri del cielo. È come se Gesù dicesse che nel cielo, luogo per antonomasia della presenza del Padre, si fossero installati degli intrusi. Per queste potenze, causa di tanta sofferenza soprattutto per i poveri, i giorni ormai sono contati. Infatti, con l’annunzio del messaggio di Gesù, le false potenze cominceranno a cadere. È una catastrofe che riguarda ogni sistema di potere che sfrutta l’uomo, mentre la potenza di Gesù è la potenza dell’amore. La distruzione del tempio di Gerusalemme permettere anche ai pagani di entrare. La forza del Vangelo sarà più forte di qualunque potenza.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

Questi eventi ci coinvolgono e, di conseguenza, siamo chiamati a porre la nostra esistenza in quella situazione che ci permetta di cogliere la bontà e la positività della presenza del Signore nella storia. In questa prospettiva Gesù accenna a tre situazioni negative che ora brevemente analizziamo. In primo luogo la dissipazione. C’è un primo significato diretto riguarda la relazione con i nostri soldi. Un secondo significato indica la condotta oziosa, sregolata, che conduce a disperdere il tempo e, soprattutto, il fine della vita. Poi ci sono le ubriachezze: alterazione psichica dovuta all’abuso di bevande alcoliche. Questo è il significato immediato. Si può anche individuare un significato più ampio, quello che riguarda tutte le situazioni in cui esageriamo, assolutizziamo qualcosa e perdiamo il senso della realtà. Infine, vengono gli affanni della vita, vale a dire le preoccupazioni con quei problemi quotidiani con cui abbiamo a che fare ogni giorno e che, nella vita adulta, riguardano l’amministrazione famigliare, le relazioni, i problemi nel lavoro, i problemi vari di gestione finanziaria. Significativo il fatto che Gesù pone queste ultime sullo stesso piano delle prime due perché, anche le preoccupazioni della vita, possono rischiare di farci perdere di vista il fine ultimo, il significato del cammino intrapreso.

Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo.

Vegliate! È il grido che risuona non solo nell’avvento, ma soprattutto all’inizio dell’anno liturgico, per metterci in guardia, per non lasciarci sopraffare dagli eventi della vita, ma rimanere sempre con il timone in mano. Questo sarà possibile se sapremo mettere al centro della nostra giornata il Vangelo, per modellare ogni nostra scelta dalle sue indicazioni.

 

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