(Lc
21,25-28.34-36)
Paolo Cugini
Si riparte. È questo il primo significato immediato
dell’Avvento. La liturgia ci offre un nuovo inizio, che diventa una nuova
possibilità: per cosa? Credo, per vivere in modo più autentico e intenso il Vangelo.
C’è sempre una speranza per chi si mette sui passi di Gesù: niente è perduto.
Altro aspetto da considerare è il fatto che la Parola di Dio, quello che ha da
dirci, ha sempre qualcosa di nuovo da rivelarci, perché non è un insieme di
verità apodittiche, ma un dono che ci viene offerto, una luce che illumina il
cammino in ogni tappa della vita e, come sappiamo, ogni tappa è diversa. Leggiamo,
allora, le letture di questa prima domenica di Avvento, con la curiosità nel cuore
di coloro che vogliono crescere nella conoscenza del Signore, con il desiderio
di non perdere l’occasione che ci viene offerta di divenire più umani.
«Vi
saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di
popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini
moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
I primi versetti del Vangelo di oggi fanno parte della
sezione in cui viene annunciata la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio,
che invece di aiutare i poveri e le persone bisognose, aveva messo in piedi un
sistema di arricchimento che sfruttava gli stessi poveri. Una struttura di
questo genere non ha più ragione di essere. Questi eventi, siccome riguardano
il futuro, sono annunciati utilizzando la letteratura apocalittica e, in modo
particolare, alcuni passaggi dei profeti Isaia, Amos e Gioele. La notizia che
deve generare una grande gioia nella comunità cristiana è che, la presenza di
Gesù nella storia, provoca la caduta delle false potenze terrene, simbolizzate dagli
astri del cielo. È come se Gesù dicesse che nel cielo, luogo per antonomasia
della presenza del Padre, si fossero installati degli intrusi. Per queste
potenze, causa di tanta sofferenza soprattutto per i poveri, i giorni ormai
sono contati. Infatti, con l’annunzio del messaggio di Gesù, le false potenze cominceranno
a cadere. È una catastrofe che riguarda ogni sistema di potere che sfrutta l’uomo,
mentre la potenza di Gesù è la potenza dell’amore. La distruzione del tempio di
Gerusalemme permettere anche ai pagani di entrare. La forza del Vangelo sarà
più forte di qualunque potenza.
State attenti a voi
stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e
affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come
un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia
di tutta la terra.
Questi
eventi ci coinvolgono e, di conseguenza, siamo chiamati a porre la nostra
esistenza in quella situazione che ci permetta di cogliere la bontà e la
positività della presenza del Signore nella storia. In questa prospettiva Gesù accenna
a tre situazioni negative che ora brevemente analizziamo. In primo luogo la dissipazione.
C’è un primo significato diretto riguarda la relazione con i nostri soldi. Un
secondo significato indica la condotta oziosa, sregolata, che conduce a
disperdere il tempo e, soprattutto, il fine della vita. Poi ci sono le ubriachezze:
alterazione psichica dovuta all’abuso di bevande alcoliche. Questo è il
significato immediato. Si può anche individuare un significato più ampio,
quello che riguarda tutte le situazioni in cui esageriamo, assolutizziamo
qualcosa e perdiamo il senso della realtà. Infine, vengono gli affanni della
vita, vale a dire le preoccupazioni con quei problemi quotidiani con cui abbiamo
a che fare ogni giorno e che, nella vita adulta, riguardano l’amministrazione
famigliare, le relazioni, i problemi nel lavoro, i problemi vari di
gestione finanziaria. Significativo il fatto che Gesù pone queste ultime sullo
stesso piano delle prime due perché, anche le preoccupazioni della vita, possono
rischiare di farci perdere di vista il fine ultimo, il significato del cammino
intrapreso.
Vegliate
in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che
sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo.
Vegliate!
È il grido che risuona non solo nell’avvento, ma soprattutto all’inizio dell’anno
liturgico, per metterci in guardia, per non lasciarci sopraffare dagli eventi
della vita, ma rimanere sempre con il timone in mano. Questo sarà possibile se
sapremo mettere al centro della nostra giornata il Vangelo, per modellare ogni
nostra scelta dalle sue indicazioni.
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