[annotazioni]
1-14: Da Mileto a
Gerusalemme
C’è un crescendo
narrativo drammatico che termina con l’intervento del profeta Agabo.
L’itinerario percorso è dettagliato e corrisponde ai dati dell’epoca.
Luca ha descritto il
cammino di Paolo verso Gerusalemme come un cammino molto simile a quello di Gesù.
Infatti, come per Gesù, viene annunciato per tre volte a Paolo il destino di
dolore che lo attende. In realtà Paolo verrà messo in salvo dai pagani (romani)
quando rischiò di essere linciato dai giudei.
4.
C’è una tensione tra la volontà di Paolo e la volontà della comunità
sull’itinerario verso Gerusalemme, tensione che aumenta in quanto entrambi
fanno riferimento allo Spirito Santo. C’è in atto un processo di discernimento.
5-6:
Viene messa in luce il legame delle comunità con l’apostolo.
8-9:
perché Lc chiama Filippo di “evangelista”? In che senso? Filippo sembra essere
il punto di riferimento di una comunità fortemente carismatica.
10-12: Agabo
13: la decisione di Paolo
rimane ferma come quella di Gesù.
15-26: Prigionia a Gerusalemme
A Paolo viene chiesto un
atto di pietà che dimostri la sua fedeltà alla legge. La descrizione è confusa.
Problema: perché Lc non
parla della colletta?
La situazione reale che Paolo ha dovuto affrontare in questo contesto si trova in Rom 15,30s.
a.
Pericolo dei giudei della Palestina
b.
Paolo teme l’opposizione dei
giudeo-cristiani. La fede doveva dare prova di fedeltà alle pratiche della
Legge.
Paolo si scontra con i
giudaizzanti che contrastano la sua missione (cfr. lettera ai Galati, che si
era diffusa nelle prime comunità).
Paolo è accusato di
chiedere ai giudei convertiti il rinnegamento della Torah, per testimoniare l’unità
della Chiesa. È in questo contesto polemico che la colletta, segno di unità tra
la chiesa pagano-cristiana e quella giudeo-cristiana, acquista un enorme
significato: se non veniva accolta Paolo avrebbe corso invano.
Ecco perché Giacomo vuole
obbligarlo ad un compromesso e chiede a Paolo una dimostrazione di fedeltà per
difendersi dalle accuse e salvare l’unità nella chiesa.
15:
Lc presenta Masone come un discepolo della prima ora originario di Cipro, come
Barnaba, un giudeo-cristiano.
21: versetto cruciale del capitolo. Circolano voci
provenienti dall’ambito delle chiese paoline: Paolo incita i giudei divenuti
cristiani a trascurare le prescrizioni della Legge di Mosè, in particolare a
non circoncidere i figli. Era il suo insegnamento che generava le accuse.
Cfr: Rom 10,4; Gal 5,3-4.
Paolo non aveva
intenzione di attaccare il giudaismo, ma di difendere i pagano-cristiani da una
loro giudaizzazione.
21, 27-36: Arresto di
Paolo
La passione di paolo
inizia nel Tempio. I giudei sono visti
come persecutori dei cristiani e fomentatori di disordini
29.
Lc fa notare che l’accusa rivolta a Paolo è infondata.
37-40: Paolo e il tribuno
Lc sottolinea che da
parte dell’autorità romana Paolo e i cristiani non possono essere confusi con
gli aderenti dei movimenti pseudo-messianici allora in voga. Lc mette insieme
il messianismo di tipo esaltato (l’egiziano) con quello di tipo violento –
sicari – esistenti in Palestina all’epoca dell’incarcerazione di Paolo.
CAPITOLO
22
1-21: apologia di Paolo
Lc costruisce il discorso di Paolo con materiale già
utilizzato (At 9) aggiungendo le visioni nel tempio. Paolo è accusato di
invitare i cristiani delle nuove comunità di non vivere più conforme alla Torà.
La conversione di Paolo non è vista come rottura con il passato: egli non ha
mai abbandonato le tradizioni del suo popolo. Proprio il passato di Paolo, è questo
il tema dell’apologia, dovrebbe far riflettere i giudei.
17:
la conversione di Paolo è messa in relazione con il tempio.
22-29: Paolo cittadino
romano
Il discorso di Paolo non ha avuto l’effetto desiderato da Paolo, ma conferma la parola del risorto: il Vangelo non sarà accolto e Paolo
perde tempo a Gerusalemme.
22-23:
l’interruzione del discorso avviene quando Paolo menziona il mandato di
rivolgersi ai pagani. La cosa di per sé non costituiva problema, ma il problema
nasce dalle premesse e dalle conseguenze della missione di Paolo: il superamento
della Legge e del tempio col suo culto.
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