giovedì 3 marzo 2022

ATTI DEGLI APOSTOLI CAPITOLO 21-22



 [annotazioni]

 

1-14: Da Mileto a Gerusalemme

C’è un crescendo narrativo drammatico che termina con l’intervento del profeta Agabo. L’itinerario percorso è dettagliato e corrisponde ai dati dell’epoca.

Luca ha descritto il cammino di Paolo verso Gerusalemme come un cammino molto simile a quello di Gesù. Infatti, come per Gesù, viene annunciato per tre volte a Paolo il destino di dolore che lo attende. In realtà Paolo verrà messo in salvo dai pagani (romani) quando rischiò di essere linciato dai giudei.

4. C’è una tensione tra la volontà di Paolo e la volontà della comunità sull’itinerario verso Gerusalemme, tensione che aumenta in quanto entrambi fanno riferimento allo Spirito Santo. C’è in atto un processo di discernimento.

5-6: Viene messa in luce il legame delle comunità con l’apostolo.

8-9: perché Lc chiama Filippo di “evangelista”? In che senso? Filippo sembra essere il punto di riferimento di una comunità fortemente carismatica.

10-12: Agabo

13: la decisione di Paolo rimane ferma come quella di Gesù.

 

15-26: Prigionia a Gerusalemme

A Paolo viene chiesto un atto di pietà che dimostri la sua fedeltà alla legge. La descrizione è confusa.

Problema: perché Lc non parla della colletta?

La situazione reale che Paolo ha dovuto affrontare in questo contesto si trova in Rom 15,30s.

a.       Pericolo dei giudei della Palestina

b.      Paolo teme l’opposizione dei giudeo-cristiani. La fede doveva dare prova di fedeltà alle pratiche della Legge.

Paolo si scontra con i giudaizzanti che contrastano la sua missione (cfr. lettera ai Galati, che si era diffusa nelle prime comunità).

Paolo è accusato di chiedere ai giudei convertiti il rinnegamento della Torah, per testimoniare l’unità della Chiesa. È in questo contesto polemico che la colletta, segno di unità tra la chiesa pagano-cristiana e quella giudeo-cristiana, acquista un enorme significato: se non veniva accolta Paolo avrebbe corso invano.

Ecco perché Giacomo vuole obbligarlo ad un compromesso e chiede a Paolo una dimostrazione di fedeltà per difendersi dalle accuse e salvare l’unità nella chiesa.

15: Lc presenta Masone come un discepolo della prima ora originario di Cipro, come Barnaba, un giudeo-cristiano.

21: versetto cruciale del capitolo. Circolano voci provenienti dall’ambito delle chiese paoline: Paolo incita i giudei divenuti cristiani a trascurare le prescrizioni della Legge di Mosè, in particolare a non circoncidere i figli. Era il suo insegnamento che generava le accuse.

Cfr: Rom 10,4; Gal 5,3-4.

Paolo non aveva intenzione di attaccare il giudaismo, ma di difendere i pagano-cristiani da una loro giudaizzazione.

 

21, 27-36: Arresto di Paolo

La passione di paolo inizia nel Tempio.  I giudei sono visti come persecutori dei cristiani e fomentatori di disordini

29. Lc fa notare che l’accusa rivolta a Paolo è infondata.

 

37-40: Paolo e il tribuno

Lc sottolinea che da parte dell’autorità romana Paolo e i cristiani non possono essere confusi con gli aderenti dei movimenti pseudo-messianici allora in voga. Lc mette insieme il messianismo di tipo esaltato (l’egiziano) con quello di tipo violento – sicari – esistenti in Palestina all’epoca dell’incarcerazione di Paolo.

 

 

CAPITOLO 22

 

1-21: apologia di Paolo

Lc costruisce il discorso di Paolo con materiale già utilizzato (At 9) aggiungendo le visioni nel tempio. Paolo è accusato di invitare i cristiani delle nuove comunità di non vivere più conforme alla Torà. La conversione di Paolo non è vista come rottura con il passato: egli non ha mai abbandonato le tradizioni del suo popolo. Proprio il passato di Paolo, è questo il tema dell’apologia, dovrebbe far riflettere i giudei.

17: la conversione di Paolo è messa in relazione con il tempio.

22-29: Paolo cittadino romano

Il discorso di Paolo non ha avuto l’effetto desiderato da Paolo, ma conferma la parola del risorto: il Vangelo non sarà accolto e Paolo perde tempo a Gerusalemme.

22-23: l’interruzione del discorso avviene quando Paolo menziona il mandato di rivolgersi ai pagani. La cosa di per sé non costituiva problema, ma il problema nasce dalle premesse e dalle conseguenze della missione di Paolo: il superamento della Legge e del tempio col suo culto.

 

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