Paolo
Cugini
“Amiamoci
gli uni gli altri perché l’amore è da Dio” (1 Gv 4,7). La verità della
nostra fede in Dio è l’amore che abbiamo gli uni per gli altri. La novità del
messaggio di Gesù è tutto racchiuso in queste parole, vale a dire, che la vera
religione non si riduce ai riti, ma alle nuove relazioni dei membri della comunità
rigenerati dall’amore di Dio, che continuamente riceviamo nei sacramenti e che
ci fa essere persone nuove.
“In
questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato nel mondo il suo
figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1 Gv 4,9).
Che cos’è l’amore e che cosa significa? Seguendo l’esempio di Dio, l’amore è un
movimento di uscita da sé verso l’altro. Come Dio ha donato suo figlio per noi,
così noi siamo chiamati a donare la nostra vita per gli altri.
“Gesù
vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore senza
pastore, e si mise a insegnare loro molte cose” (Mc 6, 34). Amare significa
sentire compassione, interessarsi dell’altro, dell’altra, non rimanere
indifferenti. Interessante osservare come il primo gesto che Gesù fa nei
confronti di coloro per i quali sente compassione, non è la condivisione di qualcosa
di materiale, ma offre loro la Parola: si mette ad insegnare. L’annuncio del
Vangelo dev’essere preceduto o accompagnato da gesti che spiegano quello che si
annuncia, gesti che dicono dell’interesse manifestato. Compassione, dunque, che
non si riduce ad un sentimento sterile, ma che si trasforma in azione concreta,
come vediamo nel Vangelo annunciato oggi.
“Voi stessi date loro da mangiare”. Gesù non fa nulla
da solo, ma coinvolge i suoi discepoli e discepole, coinvolge la comunità. Questo
è un dato significativo perché dice della dimensione comunitaria e partecipativa
dell’amore ricevuto da Dio.
“Quanti
pani avete? Andate a vedere”. La compassione non è un movimento che passa
sopra la testa delle persone, ma esige la presa di coscienza della realtà, il
toccare con mane, il vedere, il rendersi conto della situazione e, anche a
questo livello, c’è il coinvolgimento della comunità. Gesù invita ad uscire
dallo schema egoistico individualistico che porta a risolvere i problemi da
soli.
“Prese
i cinque pani e due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli”. Gesù si fa consegnare i pani e
i pesci dalla folla e cioè, l’aiuto offerto tiene conto del poco che già c’è. È
il processo di responsabilizzazione di colui che si vuole aiutare. Quante volte
confondiamo la carità con il dare e basta. La compassione è autentica ed è
segno dell’amore di Gesù quando segue il cammino annunciato dal Vangelo: tocca
con mano la realtà, coinvolge la comunità e anche i diretti interessati.
“Tutti
mangiarono a sazietà”. La verità dell’amore che viene da Dio è che è
sovrabbondante: tutti si saziano e ne rimane anche.
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