venerdì 8 gennaio 2021

EBBE COMPASSIONE

 



 

Paolo Cugini

 

Amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio” (1 Gv 4,7). La verità della nostra fede in Dio è l’amore che abbiamo gli uni per gli altri. La novità del messaggio di Gesù è tutto racchiuso in queste parole, vale a dire, che la vera religione non si riduce ai riti, ma alle nuove relazioni dei membri della comunità rigenerati dall’amore di Dio, che continuamente riceviamo nei sacramenti e che ci fa essere persone nuove.

In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato nel mondo il suo figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1 Gv 4,9). Che cos’è l’amore e che cosa significa? Seguendo l’esempio di Dio, l’amore è un movimento di uscita da sé verso l’altro. Come Dio ha donato suo figlio per noi, così noi siamo chiamati a donare la nostra vita per gli altri.

Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose” (Mc 6, 34). Amare significa sentire compassione, interessarsi dell’altro, dell’altra, non rimanere indifferenti. Interessante osservare come il primo gesto che Gesù fa nei confronti di coloro per i quali sente compassione, non è la condivisione di qualcosa di materiale, ma offre loro la Parola: si mette ad insegnare. L’annuncio del Vangelo dev’essere preceduto o accompagnato da gesti che spiegano quello che si annuncia, gesti che dicono dell’interesse manifestato. Compassione, dunque, che non si riduce ad un sentimento sterile, ma che si trasforma in azione concreta, come vediamo nel Vangelo annunciato oggi.



Voi stessi date loro da mangiare”. Gesù non fa nulla da solo, ma coinvolge i suoi discepoli e discepole, coinvolge la comunità. Questo è un dato significativo perché dice della dimensione comunitaria e partecipativa dell’amore ricevuto da Dio.

Quanti pani avete? Andate a vedere”. La compassione non è un movimento che passa sopra la testa delle persone, ma esige la presa di coscienza della realtà, il toccare con mane, il vedere, il rendersi conto della situazione e, anche a questo livello, c’è il coinvolgimento della comunità. Gesù invita ad uscire dallo schema egoistico individualistico che porta a risolvere i problemi da soli.

Prese i cinque pani e due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli”. Gesù si fa consegnare i pani e i pesci dalla folla e cioè, l’aiuto offerto tiene conto del poco che già c’è. È il processo di responsabilizzazione di colui che si vuole aiutare. Quante volte confondiamo la carità con il dare e basta. La compassione è autentica ed è segno dell’amore di Gesù quando segue il cammino annunciato dal Vangelo: tocca con mano la realtà, coinvolge la comunità e anche i diretti interessati.

Tutti mangiarono a sazietà”. La verità dell’amore che viene da Dio è che è sovrabbondante: tutti si saziano e ne rimane anche.

 

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