Paolo
Cugini
«Questa generazione è
una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno,
se non il segno di Giona… Nel giorno del
giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco,
qui vi è uno più grande di Giona (Lc 11,29s).
Fa
molto riflettere la malvagità che incontriamo ogni giorno nelle situazioni
della vita quotidiana. C’è un male così radicato e profondo nel cuore del
mondo, che lascia disarmati coloro che vivono cercando il bene, di costruire
cammini di luce. Di fronte a questa realtà, ci si domanda inevitabilmente: da
dove proviene tutta quella tenebra? Perché ci sono persone che si alzano alla
mattina con progetti di male? Come fa una persona a passare la giornata
concentrata solo nel pensiero fisso di fare del male?
La
malvagità ci avvolge a un punto tale da non aver risparmiato nemmeno Gesù, che
ha toccato con mano il mistero del male nel suo cammino terreno. Questo ci fa
comprendere quanto il male sia una forza potente e presente, ma anche quanto
sia un enigma difficile da scardinare. Un dato però è particolarmente
inquietante: la malvagità del mondo può risvegliare il male che è annidato
dentro di noi. Ce lo ricorda il bellissimo testo della Genesi che narra la
storia di Caino e Abele, dove la gelosia e l’odio interiore portano alla
tragedia fraterna.
Il
vero problema, allora, diventa il risveglio del male interiore. Questa
consapevolezza fa paura, perché il male che alberga dentro di noi spesso non
viene riconosciuto né gestito con chiarezza. Lo neghiamo a noi stessi, ma in
certi momenti della vita, diventa troppo evidente: anche dentro le persone
buone c’è il rischio che il male si faccia strada e prenda il sopravvento.
In questo contesto, la religione a volte può rischiare di utilizzare il male come strumento di paura o condanna, mentre la fede autentica offre un cammino di trasformazione profonda e di risanamento radicale. Entrare in questo cammino è la grande sfida del Vangelo, un invito a non rassegnarsi né al male del mondo né a quello che si annida dentro di noi, ma a cercare una luce capace di illuminare le tenebre. È una sfida che si basa sia sulle parole che sulla testimonianza concreta, un percorso di rinnovamento che apre alla speranza e alla possibilità di costruire davvero cammini di luce nel cuore dell’oscurità.
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