Paolo Cugini
“Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.
Ci sono due mentalità che si
contrastano, due modi di pensare il mondo e le cose che sono opposti, che non
riescono a stare insieme, che non si possono conciliare. Nella vita dovrò
scegliere in che modo, con che logica desidero vivere. Se nella giovinezza posso
permettermi il lusso di illudermi di rimandare la scelta – anche se poi è
impossibile, perché da come vivo si capisce a che modello di riferimento mi
affido – nella vita adulta è impossibile. Anche perché se non sono io a
scegliere, sarà il mondo a scegliermi.
Qual è la mentalità di Dio così
diversa dalla mentalità, dal modo di pensare dell’uomo? Se Dio è amore, allora il
suo modo di essere è la gratuità, il dono disinteressato di sé, che contrasta
con il modo egoistico della mentalità dell’uomo che pensa solo a se stesso.
Se Dio è giustizia che si manifesta con l’ascolto del
grido degli oppressi – pensiamo al capitolo 3 dell’esodo o al grido dei profeti
e di alcuni salmi – questo stile contrasta con le ingiustizie non solo dei
potenti della terra, ma anche con la nostra mentalità chiusa, che non riesce a
vedere nell’altro straniero, zingaro un fratello e una sorella da accogliere.
Se Dio è misericordia che si manifesta con il perdono del
peccatore pentito ed il massimo esempio di ciò è il perdono di Gesù sulla croce
ai suoi uccisori, com’è possibile continuare a serbare rancori nel cuore? Come
possiamo mantenere un cuore duro incapace di perdonare il fratello e la sorella
quando Gesù ci ha amati e perdonati per primo? Come facciamo a riempire il cuore
dell’more di Dio nell’Eucaristia domenicale e poi non riuscire a perdonare chi
ci ha offeso?
Se Dio è morto sulla croce per tutti
noi, se ha
sofferto per tutti noi, se ha sparso il suo sangue per tutti noi, come facciamo
a parlare male degli zingari, ad avere parole di disprezzo contro gli
stranieri?
Il pensiero di Dio è diametralmente
opposto del pensiero dell’uomo. Per questo Gesù nei versetti successivi,
aumenta la dose.
“Se
qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.
La scelta esige la rinuncia. E’
questo che ci vuole dire Gesù in questi versetti. Rinnegare se stessi significa
dare spazio nella propria vista al progetto del Signore e rinunciare ai propri
sogni. Ci sono due proposte che si contrappongono nella sostanza e anche nelle
realizzazioni concrete: bisogna scegliere. Accogliere il Signore, il suo
Vangelo significa incamminarsi in percorso che vissuto qui nella terra provoca
sofferenze, contrasti. Infatti, a che cosa serve conquistare il mondo,
accumulare per te, se poi perdi l’anima? A Che cosa serve incamminarsi per
quella proposta pericolosa che ti spinge a pensare solo a te stesso e ai fatti
tuoi dimenticandoti di tutti, chiudendo gli occhi sulle sofferenze dei fratelli
e delle sorelle per perdere, poi così l’anima, la pace di Dio? La pagina del
Vangelo di oggi ci pone con le spalle al muro, ci chiede di scegliere, perché
Gesù è tutto fuorché un moderato, è tutto fuorché uno che vuole stare e a
camminare su due strade. La proposta di Gesù è radicale: o con Lui o contro di
Lui. Con Gesù non riesci a fare il furbo: t’inchioda!
“Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciato sedurre” (Ger 20,7).
La rinuncia che ogni scelta evangelica
esige non può essere possibile senza l’amore. E’ l’amore che mi porta a seguire
una persona, a scegliere una persona e a rinunciare al resto. Il peso del
discorso, allora, non è più su quello che perdo, quello che lascio, quello a
cui rinuncia, ma al contrario, tutto il peso del discorso cade su ciò che
guadagno nell’amore. Chi segue, chi si decide a seguire il Signore non si pone
dinanzi agli occhi che cosa sta perdendo, ma che cosa sta guadagnando. La
persona che ama Dio, che è stata invasa dall’amore di Dio, o per dirla con
Geremia, è stata sedotta da Dio, non si pone il problema di che cosa perde, ma
di che cosa ha guadagnato. Se il cammino di fede non acquisisce la dinamica
dell’amore si trasforma in routine, in abitudine, in precetto. E’ quello che avviene
tra un uomo e una donna. Quando un uomo s’innamora di una donna, non sta a
pensare a tutte le altre che perde, ma al fatto straordinario che quella donna
ha riempito il proprio cuore, la propria mente, la propria anima. E allora Gesù
c’insegna che solo chi ama sceglie e solo chi scegli rinuncia a tutto ciò che
può ostacolare l’amore sperimentato. Amen!