giovedì 24 novembre 2022

CIRCOLI BIBLICI AVVENTO 2022 Primo circolo biblico

 



SECONDA DOMENICA DI AVVNETO A

 

Prima Lettura: Is 11, 1-10

In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.

Commento prima lettura

Isaia nel VII a.C. profetizza (parola rivolta al futuro) e afferma che un giorno dal tronco di Iesse (padre di Davide, re di Israele nell’anno 1000 a.C.) spunterà un germoglio, cioè un figlio. Su questo figlio – il futuro messia – si poserà lo Spirito (lo stesso Spirito che aleggiava sulle acque all’inizio della creazione). La profezia intravede l’opera non-violenta di questo germoglio (messia) e la sua presenta produrrà l’armonia tra gli opposti (il vitello e il leoncello pascoleranno insieme). Una domanda che questa lettura pone al circolo biblico è la seguente: la nostra comunità che cerca di vivere il Vangelo del Signore ha messo in atto le dinamiche non-violente di Gesù? Sta creando armonia tra gli opposti?

Seconda Lettura: Rm 15, 4-9

Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

Commento alla seconda lettura

Paolo ci ricorda che la fede in Gesù, la fiducia nella sua Parola ci deve impegnare ad un cammino di comunione tra di noi vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù. Il punto di riferimento verso cui guardare e che orienta le nostre scelte è Gesù. Lo Spirito santo riproduce in noi i tratti dell’umanità di Gesù o, come dice san Paolo, i suoi sentimenti (per capire cosa significa, leggere Fil 2,5s). Paolo invita i membri della comunità di Corinto ad accogliersi gli uni gli altri e aggiunge anche il motivo di questo atteggiamento: come anche Cristo accolse voi. Ancora una volta, la misura delle nostre scelte è Gesù ed è a Lui che dobbiamo guardare. A questo punto possiamo chiederci: nelle nostre comunità ci stiamo accogliendo così come siamo? Che cos’è che ostacola l’accoglienza? Che cammini possiamo compiere per divenire una comunità accogliente?

Vangelo Mt 3, 1-12

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli, infatti, è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Commento al Vangelo

Nella vita della comunità cristiana che accoglie lo Spirito del Signore, dev’essere visibile tra i fratelli e le sorelle il suo stile, il suo modo di vivere, vale a dire la sua umanità accogliente carica di misericordia che fa spazio a tutti e tutte senza distinzione. Per poter accogliere lo Spirito del Signore occorre prepararsi, raddrizzando i sentieri, tentando di mettere la nostra esistenza sulle orme di quella di Gesù. È ciò che il Vangelo di oggi chiama conversione, che è annunciata da Giovanni Battista, che non solo l’annuncia e la richiede, ma che mostra l’esempio con uno stile di vita austero. Giovanni Battista è come se dicesse alla comunità dei credenti che non basta volere un cambiamento, ma occorre mettere in atto alcune scelte specifiche che permettano allo Spirito Santo di trovare spazio. Ecco perché viene detto che: Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico (Mt, 3,2), non tanto per un’imitazione sterile, ma per indicare la necessità di porre in atto delle scelte concrete, che ci aiutino a diminuire il potere della dimensione materiale sulla nostra esistenza. Ci prepariamo al Natale con uno stile di vita più sobrio, più essenziale, uno stile che ci permette di concentrare la nostra attenzione su ciò che vale. Domanda: che scelte potremmo realizzare nelle nostre famiglie per preparare la venuta di Gesù? In che modo possiamo essenzializzare le nostre esistenze?

 

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