Paolo Cugini
Siamo
giunti alle porte del Natale, accompagnati da una grande abbondanza di Parola
di Dio, di profezie messianiche, che avrebbero dovuto aiutarci ad orientare il
nostro pensiero verso colui che viene, nella direzione giusta. Il rischio,
infatti, è attendere qualcuno in un luogo in cui non apparirà nessuno. Per questo
è importante il cammino di avvento per non correre il rischio di attendere il
Signore dove Lui non verrà e, invece, predisporsi a riceverlo dove le letture
ci hanno offerto e continuano ad offrirci qualche indicazione.
E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele (Mi
5,1).
Il
primo avvertimento ci viene dal profeta Michea, che ci allerta sul luogo della
nascita del Salvatore. Non dobbiamo aspettarlo nella grande Gerusalemme, centro
nevralgico della politica e della religione del popolo d’Israele, ma nella
piccola e insignificante Betlemme. Il grande viene dal piccolo. È uno dei tanti
paradossi che caratterizza la storia della salvezza. Ce lo ricorda anche paolo
nella sua lettera ai Corinzi, quando dice che: “Dio ha scelto ciò che nel
mondo è stolto per confondere i sapienti, ha scelto ciò che nel mondo è debole
per confondere i forti” (1 Cor 1,27s). Aspettare il Natale dalla parte indicata
da Dio significa imparare a cercare il Signore non nell’apparenza delle cose
grandi e forti, ma in ciò che rimane ai margini, scartato da tutti, che non ha
nessuna considerazione e che nessuno guarderebbe. Proprio come Betlemme, un
piccolo borgo nella periferia di Gerusalemme, al quale nessuno dava importanza.
Ce l’ha data Dio.
In quei giorni Maria si
alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata
nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta (Lc 1, 39s).
In un mondo dominato dagli uomini, all’interno di
una cultura patriarcale che relega le donne ai margini della società, Dio
sceglie proprio loro come protagoniste della sua storia. Dio rompe gli schemi
culturali dall’interno, indicando in questo modo che quel tipo di cultura così pesantemente
a favore di una parte rispetto all’altra, non è frutto della sua volontà: tutt’altro.
Anche questa delle donne, è sempre nella stessa linea delle scelte di Dio, che
sconvolge le logiche del mondo. Dio non sceglie ciò che è maggioranza, ciò che
il mondo si aspetta. Si potrebbe obiettare che per forza di cose le donne diventano
protagoniste perché ogni uomo nasce da una donna. Obiezione che è vera sino ad
un certo punto, perché in questo brano di Vangelo le donne prendono la parola,
esprimono pareri, si raccontano e si benedicono.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà"» (Eb 10,5).
La storia della salvezza, che ci conduce alla
nascita del Messia, passa attraverso la debolezza della Parola, contenuta nel
rotolo del libro. Una parola che non è proclamata in modo eclatante e assordante,
ma che è bisbigliata nelle orecchie di chi cerca Dio, di chi ha sete della
Verità. Tutto il mistero del messia annunciato nelle profezie dei profeti dell’Antico
Testamento, che abbiamo ascoltato durante le settimane di Avvento, è appeso alla
debolezza di una parola lieve, leggera. Non ha infatti nulla di quella pompa tipica
dei proclami imperiali del tempo. E proprio questo aspetto mette in evidenza
una differenza sostanziale tra i due tipi di parola. Infatti, mentre le parole
imperiali sono gridate sulle piazze e vengono imposte agli uomini indipendentemente
dalla loro volontà, la Parola di Dio è proclamata nella sinagoga ed esige l’adesione
libera dell’ascoltatore. Qui s’inserisce un altro tipo di debolezza ben più
profondo e misterioso, vale a dire la debolezza di Dio che, per realizzare la
parola, aspetta l’adesione e la risposta positiva dell’ascoltatore. Tutto il
cosmo è rimasto con il fiato sospeso in attesa di un’adesione positiva da parte
di Maria. Debolezza del mistero di Dio che si affida alla volontà dell’uomo e
della donna per realizzare il suo progetto di amore eterno.
Anche
questo è Natale.
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