QUINTO CIRCOLO BIBLICO- QUINTA
DOMENICA DI QUARESIMA
Lunedì 20 marzo 2023
Prima Lettura Ez
37, 12-14
Così
dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle
vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete
che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai
vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete;
vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto
e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Commento. In questi versetti di Ezechiele troviamo un anticipo
del tema della Resurrezione. Il brano è inserito nella sezione delle parole
pronunciate dal profeta durante e dopo l’assedio di Gerusalemme avvenuto nel
587 a.C. La situazione per il popolo è, dunque disperata. Ebbene, in questo
clima fortemente negativo il profeta intravede il futuro che Dio sta preparando
per il popolo. C’è dunque, un forte valore simbolico in questa immagine. È un
invito a non disperare, ma ad avere fiducia nella forza creatrice di Dio, capace
di rinnovare tutte le cose, anche quelle che in apparenza sembrano morte, senza
vita.
Domanda:
qual è il nostro atteggiamento nei momenti negativi
della vita? Ci lasciamo andare allo sconforto o cerchiamo di reagire? Che ruolo
può avere la vita spirituale in questi frangenti?
Salmo Responsoriale.
Dal Salmo 129
Il Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te grido, o
Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.
Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
Seconda Lettura Rm 8, 8-11
Fratelli,
quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però
non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo
Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli
appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma
lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato
Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la
vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in
voi.
Commento.
Secondo Paolo ci sono due dinamismi che indicano lo
stile di vita che scegliamo: la carne e lo Spirito. Carne rivela la fragilità
dell’uomo dominato dagli istinti, che determinano una vita egoistica, che
chiude l’uomo e la donna in se stessi. Lo Spirito indica la vita che si apre
all’amore e che si rinnova continuamente. Chi si apre liberamente all’azione
dello Spirito diventa collaboratore del Regno di Dio inaugurato da Gesù Cristo.
A noi la scelta.
Domanda.
Perché facciamo così fatica a
lasciarci guidare dallo Spirito? Quali sono le resistenze che poniamo?
Vangelo: Gv 11, 1-45 (forma breve: Gv 11,3-7.17.20)
In
quel tempo, un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua
sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli
asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [ Le
sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è
malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte,
ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga
glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era
malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai
discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».] I discepoli gli dissero:
«Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù
rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno,
non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte,
inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro:
«Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli
dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù
aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo
del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono
contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da
lui!». Allora Tommaso, chiamato Didimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo
anche noi a morire con lui!».
[ Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel
sepolcro. ] Betania distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e
molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta,
dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta
in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la
concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che
risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e
crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore,
io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel
mondo». ] Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di
nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò
subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora
là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con
lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono,
pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si
trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu
fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide
piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, [ si
commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli
dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i
Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto
gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora
Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una
grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la
pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo
odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se
crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò
gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo
che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce:
«Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e
il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo
andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli
aveva compiuto, credettero in lui.]
Commento. L’ultima
domenica di quaresima anticipa il tema della Pasqua. La resurrezione di Lazzaro
è, infatti, annuncio della resurrezione di Cristo. Chi ama non può essere
sconfitto dalla morte. La vita che viene da Dio continua per l’eternità. Tutto
ciò che scegliamo a partire dall’ascolto della Parola di Gesù vivrà per sempre.
È questo che ci dice il Brano di oggi che, allo stesso tempo, ci invita a
credere, a porre la fiducia in colui che ha il potere di ridare la vita perché Lui
ha la vita in se stesso e non la riceve da nessuno (cfr. Gv 5). C’è molta
amicizia e molto amore nella storia narrata da questa pagina di Vangelo. È un
dato importante che merita la nostra attenzione. Gesù non ha creato una
religione e nemmeno dei riti, ma ha mostrato uno stile di vita, quello stile di
coloro che vivono da figli e figlie. È una pagina piena di sentimenti, di
amicizia: è questo ciò che Gesù ci ha insegnato. Vivere in una comunità
cristiana non può essere identificato con la partecipazione a dei riti, ma con
la qualità delle relazioni, con la cura che mettiamo nei rapporti
interpersonali. In queste parole c’è già anche la domanda che il brano di
Vangelo suggerisce:
Domanda: quanto
impegno poniamo nel curare le relazioni con le persone incontrate nella
comunità?
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