martedì 16 settembre 2025

AL DI LA' DELLE COSE

 



 

Paolo Cugini

 

Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare (Lc 7,13s).

 

C’è vita nascosta

tra le spire della morte,

un palpito che attende uno sguardo

capace di vedere oltre la cenere,

oltre la soglia del visibile.

Lo sguardo di Gesù penetra il mistero:

dove la nostra vista si arresta,

lui scorge germogli sotto la neve,

luce nella notte, speranza nel sepolcro.

Solo con occhi interiori

si colgono i segreti della realtà,

oltre le apparenze, oltre i dati

che il tempo ci consegna ogni giorno.

Serve un cuore che ascolta,

una mente che non giudica,

una mano che non si ritrae.

C’è una vita che pulsa

sotto la crosta dell’addio,

un respiro che attende una parola,

una possibilità che fiorisce

sulle labbra del dubbio.

Ci sono lacrime segrete da asciugare,

voci mute che chiedono ascolto,

desideri di speranza

in paesaggi disperati.

Quante volte

lo sguardo superficiale si ferma

alla pietra del sepolcro,

ignorando il canto

che nasce nella notte!

C’è una mano tesa nel mondo,

aspetta chi la stringa,

chi inviti a rialzarsi,

a riprendere il cammino interrotto.

Finché c’è respiro,

finché la vita palpita anche solo in un istante,

c’è speranza che attende,

c’è una rinascita possibile

al di là di ogni morte apparente.

 

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