giovedì 20 maggio 2021

PENTECOSTE/B

 


Paolo Cugini

 

       Dall’esterno all’interno, dal visibile all’invisibile, dalla carne allo spirito. Questo è il dinamismo della Pentecoste, che rivela il disegno del Padre di accompagnare l’uomo e la donna nel cammino della vita, mettendoli in grado di realizzare pienamente la loro umanità. Gesù ha mostrato visibilmente che cosa significa amare, denunciare le ingiustizie, costruire ponti di pace, tessere relazioni umane autentiche. Lo Spirito continua questo stesso cammino agendo all’interno dell’umanità. C’è, dunque, una relazione di continuità tra l’azione del Figlio e quella dello Spirito che procede dal Padre, continuità che richiede un cammino d’interiorizzazione, di cura della vita interiore, per esser in grado di cogliere il soffio dello Spirito, di ascoltarlo e seguirlo per le strade del mondo.

Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro” (At 2,2). Lo Spirito Santo crea la comunione nella diversità. È questo uno dei possibili modi d’interpretare il versetto citato sopra. Lo Spirito è uno, ma si posa su ogni discepolo, discepola, valorizzando la specificità di ognuno. Il cammino nello Spirito mentre ci aiuta a cogliere la nostra identità in Cristo, ci aiuta a vivere questa identità al servizio dei fratelli e delle sorelle. Lo Spirito produce la comunione nella diversità e nella libertà, opponendosi in modo significativo allo spirito del mondo che produce l’unità nell’uniformità con la costrizione e spesso e volentieri con la violenza fisica e psicologica. Lo Spirito Santo non agisce in un luogo fisico, perché non è possibile delimitarlo; è infatti libero come il vento e agisce come e dove vuole. Dove c’è amore, dove c’è comunione nella differenza lì c’è lo Spirito di Gesù. Per questo incontriamo i segni della sua presenza anche fuori dai recinti fisici della Chiesa, che per l’appunto, non ha il copyright dello Spirito. C’è un linguaggio nuovo che lo Spirito Santo suscita in color che lo accolgono, un linguaggio comprensibile ad ogni persona che lo coglie con le specificità della propria cultura: “li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue” (At 2,11). Questo linguaggio nuovo è il linguaggio dell’amore, comprensibile da tutti, ognuno nel proprio contesto, senza bisogno di traduzioni o di assimilazioni uniformi.

Vi annuncerà le cose future” (Gv 16, 14). Proprio per questo, ci ricorda il Vangelo di Giovanni, Lo Spirito del Signore che si realizza nell’amore, non ci obbliga a riempire il nostro presente con le cianfrusaglie del passato, ma ci spinge a pensare sempre qualcosa di nuovo, a partire dalle diverse situazioni della vita in cui ci veniamo a trovare. In questa prospettiva, lo Spirito agisce come una forza creativa dentro la storia, che continuamente crea cose nuove a partire dalle disponibilità delle creature nuove divenute tali per mezzo dell’azione dello Spirito. In questo si distinguono coloro che vengono dallo Spirito del Signore, da coloro che provengono dallo spirito del mondo: dalla capacità di pensare cose nuove nelle nuove circostanze della vita e non riempire il presente delle cose già fatte. Lo Spirito ci annuncia le cose future, ci mette in cammino verso il futuro e, per questo, esige persone attente, in ascolto, con la mente libera dai ricordi del passato o dalle illusioni frutto delle nostre frustrazioni.

Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne” (Gal 5, 16). 

In questo cammino di costruzione della realtà con lo sguardo proiettato verso il futuro, lo Spirito ci aiuta a vivere in modo libero, orientando la vita istintuale nella direzione che intendiamo prendere. È questo che ci dice Paolo quando parla della contrapposizione tra spirito e carne, vita e morte. Secondo Paolo c’è un principio che agisce in noi che non ci permette di fare ciò che pensiamo sino in fondo, un principio che ci rende schiavi e ci lega alle passioni suscitate dall’istinto. È solamente grazie allo Spirito che riusciamo ad indirizzare gli istinti nella direzione che desideriamo. Camminare secondo lo Spirito esige uno sforzo quotidiano, che solamente l’incontro con il Signore risorto può provocare.

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