lunedì 4 dicembre 2023

ALLA FINE DEI GIORNI

 



Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà̀ sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché́ ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri»
(Is 2,1-2).

Spiritualità del tempo di avvento segnata dai brani di Isaia. Prospettiva universalista del cammino. Si passa dall’idea di elezione del popolo d’Israele ad una visione in cui tutti i popoli si sentono attratti dalla Parola del Signore. Invito ad uscire da una mentalità divisiva per un cammino verso una visione d’insieme, un modo di pensare la realtà in modo aperto. La prospettiva universalista porta con sé come conseguenza l’atteggiamento inclusivo. Camminare per i sentieri del Signore significa aprire le porte a tutti e a tutte, creare comunità in cui tutti e tutte si sentano a loro agio. Chi è che nella visione di Isaia, provoca il movimento di tutti i popoli verso Gerusalemme? Poiché da Sion uscirà̀ la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. È la Parola di Dio che provoca questo movimento di uscita dai propri individualismi per un cammino di comunione che sappia rispettare le diversità e le rivalità.

Del resto, è proprio questo che desiderava Gesù. Sono vari i brani del Vangelo che riprendono il sogno del profeta Isaia e lo attualizzano. Tra i vari, si può citare questo: Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli (Mt 8,11). Gesù sa molto bene che l’effetto della sua Parola e della sua proposta avrebbe provocato la rottura dei muri, degli steccati e un cammino di comunione tra tutti i popoli. In questo cammino, affinché si realizzi pienamente, è necessario un altro passaggio fondamentale espresso dal profeta nel proseguo del testo citato.

Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.

Che cosa accade a coloro che, attratti dalla Parola del Signore, camminano verso Gerusalemme? Sentono il desiderio di pace. L’immagine riportata dal profeta descrive la trasformazione che avviene nei popoli che seguono la Parola di Dio. C’è un processo di trasformazione in atto, processo di cambiamento che trasforma gli strumenti di guerra – spade e lance – in strumenti per coltivare la terra. Chi assimila interiorizza il Vangelo respira pace e non sente più il bisogno di difendersi, perché impara a percepire l’altro come fratello e sorella. È il sogno di Dio che è divenuto realtà in Gesù. Ogni comunità cristiana che si alimenta del Signore, che fa spazio al Lui diventa un pezzo di umanità che si lascia trasformare dallo Spirito del Signore.

 

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