Paolo Cugini
«Figlio
dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo
sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: "Ossa
inaridite, udite la parola del Signore (Ez 37, 3-4).
Bellissima
immagine che permette di riflettere su diverse situazioni. Prima di tutto, è
una rivelazione sullo sguardo del Mistero sull’umanità, per lo meno un primo
sguardo. Non siamo altro che un mucchio di osso inermi, senza vita,
Del
resto, è lo stesso sguardo dell’autore della seconda narrazione del libro della
Genesi: un mucchio di polvere. Siamo questo, niente di più. Siamo questo sino a
quando non viene soffiato in noi lo Spirito di Vita, che dà senso alla nostra
inerzia, che provoca il movimento, la vita, in altre parole: una storia. È interessante
la narrazione di Ezechiele perché ci dice come arriva a noi lo spirito vivificante:
attraverso la parola, la parola profetica. Questo aspetto dà valore al dialogo,
all’attenzione alle situazioni che sembrano di morte esistenziale, ma che in
realtà rivelano solo la necessità di una parola, un incoraggiamento, qualcuno
che mostri una via d’uscita ad una situazione che sembra finita: appunto, una
profezia.
Avere
parole profetiche per le donne e gli uomini che incontriamo privi di vita, di
voglia di vivere, che si sono persi nei meandri della vita, forse per ricorrere
ideali troppo alti o semplicemente perché non hanno trovato nulla da rincorrere
e si sono seduti, addormentati. A volte, come in questo caso, basta una parola,
una parola profetica e ciò che sembrava morto riprende vita, acquisisce un
senso, si rimette in cammino.
Nessun commento:
Posta un commento