lunedì 22 marzo 2021

NEANCH' IO TI CONDANNO

 



Gv 8, 1-11. Pagina impressionante, in controtendenza rispetto alla cultura e alla religione dominante. Gesù guarda al cuore, alla dignità della persona. Non è facile questo sguardo, soprattutto quando è immerso in una cultura che orienta pesantemente e violentemente il giudizio. Questo lo si vede benissimo nel quadro proposto dal brano in questione. C’è tutto il popolo davanti a Gesù, dai bambini agli adulti, con un caso evidente che prevede un’unica soluzione. Da un punto di vista prettamente culturale e religioso non c’è in apparenza, alcuna via d’uscita. Come ha fatto Gesù a tirare fuori dal cappello una risposta così profonda e spiazzante, al punto che ha saputo piegare la folla alla forza del suo pensiero? Come ha fatto Gesù a proporre un cammino d’uscita per quella donna, dinanzi a tutto un contesto che la vedeva già morta?

C’è una via di salvezza per tutti, questa via è la misericordia. C’è, in Gesù, una possibilità di vita per tutti, perché ogni persona ha una sua dignità, perché ogni persona partecipa alla divinità di Dio che nessun peccato può scalfire e per questo, nessun peccato può produrre un allontanamento perenne. Gesù si è avvicinato ad ogni uomo e ad ogni donna per comunicare a tutti l’amore sconfinato di Dio Padre per noi. “Neanch’io ti condanno”.  E’ questa parola di misericordia infinita che dice il senso della presenza di Gesù nella storia e, allo stesso tempo, dice il senso della presenza della Chiesa nel mondo, che c’è solo ed esclusivamente per essere segno della misericordia del Padre per l’umanità.

 

Nessun commento:

Posta un commento