Meditazioni bibliche dal diario del
2003
Paolo Cugini
1° Re 17,1-6:
Dio non lascia senza rifugio il suo Profeta. L’esperienza di Elia è
l’esperienza del chiamato da Dio ad annunciare una Parola di crisi, di rottura
di un contesto di sordità. Elia agisce in conformità alla Parola del Signore
(V. 5): Per questo trova rifugio nel Signore. Elia si alimenta e si disseta con
ciò che Dio gli dà: questa è fede, fiducia.
Andare
al torrente Cherit: che cosa significa? È chiaro che prima occorre
saper dire parole profetiche in questo contesto, saper illuminare questa realtà
con la luce della Parola, occorre aiutare a vedere con gli occhi del Signore. E
poi andare al torrente Cherit. Rifugiarsi in Te. C’è il tempo della profezia e
c’è il tempo del rifugio silenzioso.
1° Re 19,9-51: Esperienza
di Dio. Come Mosè (Es. 33.22) anche Elia vive una profonda e
sensibile esperienza di Dio. È un uomo, Elia pieno di amore, zelo, per Dio.
Come Mosè vuole conoscere Dio, la sua gloria, il suo volto. Non si accontenta
più di un sentito dire: desidera un incontro personale. Da una storia di
fatica, sofferenza e paura, nasce un cammino (spirituale) che conduce Elia ad
un incontro più personale e profondo con Dio. Lui stesso in questa storia di
ricerca, scopre il proprio immenso amore per Dio.
“Mi consumo di ardente zelo per il
Dio degli eserciti”. Elia scopre dentro di sé che non c’è in
Lui nessun pensiero, nessun desiderio che non sia Dio. È un pensiero, un amore,
che lo consuma, lo brucia. Questa esperienza personale avviene dopo una
situazione di forte tensione, che condusse Elia sulla soglia della
disperazione, al punto di chiedere a Dio di togliergli la vita. Da questa
situazione di grande sofferenza e solitudine, spinto dalla Parola di Dio, Elia
comincia quel cammino spirituale che lo porta al centro di se stesso. E lì
scopre che in realtà, tutto ciò che lo anima è un amore profondo per Dio. In
questo cammino di ritorno a se stesso, riesce a cogliere in tutti avvenimenti
che lo hanno accompagnato, una presenza costante: Dio.
Tu, Dio ti manifesti. A coloro che scegli, che ami, che
accompagni, non lasci di manifestarti. Come per Mosè, per Geremia, così per
Elia gli fai fare quel cammino di spogliazione totale che lo rendono
disponibile ad un incontro più profondo e autentico di Te. Tutto ciò che Elia
ha passato, nel servizio della Tua Parola e in ciò che in questo servizio gli
ha provocato di tensioni e paure era finalizzato ad un incontro più personale
con Te. Alla fine Elia non è più chiamato a difenderti da re e falsi profeti: è
chiamato a conoscerti.
“Che
cosa fai qui Elia?” È una domanda di prova, una riflessione.
Elia si guarda dentro e ci trova Dio. È curioso che prima Dio stesso lo
incammini per l’Horeb e poi gli chieda che cosa fa lì. In realtà, in questa
stranezza, c’è tutto il senso di un mistero: l’incontro dell’uomo con Dio. Un
incontro che non può avvenire a caso, che non può essere improvvisato. Di fatto
Elia percorre il deserto per quaranta giorni e quaranta notti, alimentato solo
del cibo di Dio, prima di incontrarsi con Lui.
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