domenica 11 ottobre 2015

UNA SOLA COSA TI MANCA


Paolo Cugini

La forza del Vangelo sta nella sua semplicità: arriva diretto al cuore. Non ci sono giri di parole, tentativi di giustificare l’ingiustificabile, come siamo soliti fare noi. Nel dialogo tra Gesù e il giovane ricco appare tutta la forza di una parola che colpisce la coscienza, la mette in discussione, provoca un confronto ed esige una scelta, una risposta. Sono parole come questa che aiutano a crescere, perché ci mettono innanzi alla realtà delle cose, ad una parola chiara che ci permette di capire chi siamo e dove stiamo andando.

“Va vendi tutto e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. Che cosa significa una simile richiesta, che cosa indica? Rivela, prima di tutto, che è impossibile osservare i comandamenti di Dio, come sosteneva il giovane ricco, e poi non essere disposto a condividere i propri averi con chi è nel bisogno. Nella prospettiva inaugurata da Gesù se uno ha qualcosa, lo ha per condividerlo. Non viene colpito il necessario, ma l’accumulo, che è la causa delle disuguaglianza. La sequela è un cammino di libertà, e la libertà è il primo frutto della verità del Signore che accogliamo. Il Vangelo ci rende liberi dalle cose e dal denaro perché ci aiuta a dargli il giusto peso e valore. Al centro dell’insegnamento del Signore ci sono l’uomo e la donna, la persona umana, la salvaguardia della sua dignità.

“Una sola cosa ti manca”. Che cosa manca al giovane ricco? La libertà dalle cose. La sua risposta negativa alla richiesta di Gesù mostra il vuoto della sua religione. C’è un’obbedienza a Dio, un’osservanza dei comandamenti che è sterile, perché non ci mette dietro al Signore e alla sua sequela, ma davanti a Lui. Al giovane ricco manca la vera religione, quella vissuta da Gesù, che da ricco che era si fece povero, per donarsi totalmente ai fratelli e alle sorelle che incontrava nel suo cammino.

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