domenica 7 gennaio 2018

BATTESIMO DEL SIGNORE





ASCOLTATE E VIVRETE
Paolo Cugini

La festa del Battesimo del Signore ci permette di riflettere sul senso di questo rito e sul significato del nostro battesimo. Ci sono due aspetti importanti che la liturgia di oggi sottolinea a proposito del Battesimo: la Parola e lo Spirito Santo.
1.       Ascoltate e vivrete” (Is 55,3)
Ascolto della Parola quotidiano significa disponibilità a mettersi in discussione, a cambiare. Può fare questo chi si è abituato a vivere nel presente della storia, chi ha imparato a lottare contro le nostalgie del passato e le illusioni del futuro. Solo chi ha i piedi piantati per terra è disposto ad ascoltare, perché è attento al presente.
Ascoltiamo la Parola per liberarci dai pregiudizi, per vedere la realtà così come la vede Dio, per purificarci da tutte le forme d’ignoranza che assimiliamo nel tempo.

Ascoltare la Parola significa disponibilità a camminare, perché è questo che produce in noi e dentro di noi la Parola: ci rimette in piedi per il cammino della vita. Ci distoglie dal torpore, dal sonno che la vita comoda produce in noi, che anestetizza i centri vitali, che ci fa perdere il significato autentico della vita, perché la vita comoda ci lega alle cose, ci fa pensare materialmente. La Parola ascoltata ci ricorda che c’è qualcosa d’altro, che siamo chiamati non solo per mangiare e dormire e poco altro, ma che c’è dell’altro sulla nostra vita che solo noi possiamo scoprire. Lo scopriamo se ci fermiamo ad ascoltare, se ci fermiamo e facciamo silenzio attorno a noi e in noi, se la smettiamo di identificare la nostra vita con le cose che facciamo, se siamo disposti a lasciarci guidare dalla voce che viene dal cielo.
La Parola è una semente di eternità, che penetra nelle profondità del cuore umano e nessuno può resisterle. Una volta lasciata entrare la Parola di Dio porta frutto: “Così è della mia Parola uscita dalla mia bocca: non tornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che io desidero” (s 55, 10).

2.     “Non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e il sangue. Ed è lo spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (1 Gv 5,6).

C’è dunque anche il tema dello Spirito Santo. Che cosa significa il battesimo nello Spirito? Perché è così importante e, soprattutto, che cos’è? Mi vengono in mente le parole di Gesù dette a Nicodemo di notte nella narrazione di Giovanni capitolo 3:
“Se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel Regno di Dio” (Gv 3). Acqua e Spirito è un tema decisivo di tutto il Nuovo Testamento. C’è un principio visibile che è l’acqua e uno invisibile che è lo Spirito: è il riferimento all’evento della predicazione e del Battesimo. Il battesimo sigilla l’evento dell’accoglienza della predicazione. Dove c’è accoglienza della Parola predicata c’è il Battesimo. Il riferimento alla Spirito è alla forza divina, un’energia che vivifica la Parola e la fede dell’uomo. Cfr. Ez 36: valle piena di ossa aride. Potranno queste ossa rivivere? Solo il Signore può ridare vita a delle ossa inaridite. Mentre il profeta profetizza le ossa rivivificano. Due interventi: quello dalla Parola che dà una forma umana. E poi lo Spirito. La Parola senza lo Spirito è una forma inerte. Lo Spirito senza la Parola è un’energia informe. Gesù Cristo è una forma precisa, ma senza lo Spirito è un uomo del passato, di 2000 anni fa. E’ nello Spirito che il Cristo è vivente e operante oggi. 
Ci vuole l’acqua (la predicazione) e poi lo Spirito. Nello Spirito quella Parola della predicazione diventa una forma ricca di energia. Questo vuole dire nascere dall’acqua e dallo Spirito.


venerdì 5 gennaio 2018

EPIFANIA: IL CAMMINO DALL'ORIENTE A GERUSALEMME





Paolo Cugini

La dimensione missionaria della fede ha una duplice direzione. La prima, che è quella che solitamente è intesa come missione in senso stretto, è un movimento che va dal centro all’esterno. La prima accezione dice quindi, di un movimento in uscita, di un annuncio che viene portato fuori, all’esterno. Il secondo movimento della missione è al contrario, vale a dire, dall’esterno all’interno. Si tratta di un movimento di attrazione. E’ proprio questo movimento di attrazione che viene descritto dalla liturgia dell’Epifania. Il testo del Vangelo dice che: “I Magi vennero da oriente a Gerusalemme” (Mt 2,1), realizzando in questo modo la profezia di Isaia ascoltata nella prima lettura che diceva: “Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” (Is 60, 3). Che cosa significa questo movimento da Oriente verso Gerusalemme? Che cosa c’è dietro all’attrazione che Gerusalemme provoca nei confronti delle nazioni straniere? Che cosa questo movimento dice di significativo a noi, alla nostra Chiesa?

In primo luogo, Che cos’è che attrae i popoli verso Gerusalemme? E’ un bambino appena nato percepito dai Magi d’oriente come colui che realizza le profezie. E’ dunque un bambino che dice di una Parola che viene da lontano. Senza la Parola non ci sarebbe movimento dall’oriente verso Occidente, perché mancherebbe il significato della nascita di quel bambino. E’ la Parola che spiega il senso di un cammino ed è quindi la Parola che mette in movimento coloro che sono alla ricerca della verità.
 Anche la profezia di Isaia dice qualcosa di simile ma, forse, in modo più profondo. Isaia dice che le genti cammineranno alla ricerca di una luce che è su Gerusalemme. “La gloria del Signore brilla sopra di te”. Per due volte, in pochi versetti, viene identificata la luce su Gerusalemme che attira i popoli con la gloria del Signore. Che cos’è questa gloria? Nella Bibbia tutte le volte che Dio si manifesta nella storia viene descritto con il termine di gloria. La manifestazione di Dio nel mondo è una gloria tale che esprime una luce così forte da richiamare l’attenzione di tutti i popoli. Dio si è manifestato in una forma suprema in Gesù Cristo, la cui luce ha attratto i Magi dell’Oriente. In che modo la luce di Cristo risplende oggi nella storia? Lo ha detto Gesù stesso agli apostoli nell’ultima cena narrata da Giovanni: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34).  La luce di Dio che si è manifestata in Gesù risplende nel mondo ogni volta che le persone si amano, si perdonano, si accolgono con misericordia, si trattano bene con rispetto. Quando questo avviene la gloria di Dio si manifesta e diventa luce per il mondo, che si dirige verso l’origine della luce. Gerusalemme, allora, non è più un luogo fisico, ma indica un evento in cui si manifesta la presenza di Dio, nello stile offerto da Gesù Cristo. Dove c’è amore, giustizia, pace, misericordia, perdono lì c’è la nuova Gerusalemme che dice della presenza del Signore che attira tutti i popoli.


In secondo luogo, Il movimento che da Oriente porta verso Gerusalemme dice qualcosa dell’uomo e della donna. La luce di Cristo che esce da Gerusalemme incontra il desiderio di verità e di amore iscritto nel cuore di ogni persona, lo risveglia, per così dire. E’ come se desse ragione a Geremia quando, in una delle sue profezie, arriva ad afferamre: “Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore” (Ger 31,34). E’ questa idea che il Concilio Vaticano II riprende nel documento Gaudium et Spes al numero 16 quando afferma: “L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro di al suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo”. La luce di Cristo, che splende nella storia ogni volta che qualcuno vive ciò che Lui ha detto e fatto, tocca il cuore dell’uomo, la sua sete di verità e di giustizia, provocando un cammino verso la luce. 

E’ questo il grande messaggio dell’Epifania per tutti noi. Non esistono più barriere o luoghi per coloro che desiderano scoprire il senso della vita. C’è una forza, un’energia che Dio ha impresso nella storia nell’evento di Gesù Cristo e che lo Spirito Santo può continuamente realizzare in tutte le persone che accolgono con docilità la sua Parola. Questo cammino è alla portata di tutti, perché in tutti i cuori Dio ha posto la sua fiamma d’amore. Sta a noi risvegliare nei cuori dell’umanità questa fiamma d’amore di Dio, vivendo ciò che il Signore ha detto.