venerdì 19 agosto 2022

E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI

 



Paolo Cugini

 

E nessuno se lo aspettava. È vero che era da molto tempo che si diceva che sarebbe venuto: ma proprio ora? E nessuno lo rispettava anche perché, chi è che pensa più a Dio, chi è che fa spazio a Dio, nel suo cuore, nel proprio cuore così pieno di tante cose, forse tutte buone, vere sante, ma che si rivelano tutte vuote dinnanzi a colui che “è venuto ad abitare in mezzo a noi”? Perché Lui di fatto è venuto, ma è venuto in un modo tanto naturale, normale, che nessuno se l’aspettava e, per di più, nessuno l’ha riconosciuto.

Al massimo ci si aspettava che venisse dalla parte dei ricchi, dei potenti, e invece è arrivato dall’altro lato, dalla parte della cantina; è venuto povero, dalla parte dei poveri. È stato così inatteso, così una sorpresa, che anche oggi, sebbene tutti parlino di Lui, nella realtà pochi sanno che c’è, o per lo meno che è arrivato, anche perché nessuno lo vuole vedere là. Nessuno mette il naso nella puzza dei poveri. Può darsi che qualcuno il naso ce lo metta pure, ma per poi tirarlo via subito. È Lui, il Figlio di Dio, il Kurios, il Signore della storia, che ha riempito il Kairos con la sua presenza: Lui è là, povero tra i poveri, escluso tra gli esclusi, in silenzio. Perché da quando è morto tace.

È chiaro che i morti non parlano, ma poi è risuscitato, è apparso, ha mandato il Suo Spirito. E lo Spirito non lo vedi se non ci credi, se non credi che è arrivato alla sua maniera e non alla nostra; lo Spirito non si vede e non si crede che è venuto ad abitare in mezzo a noi, che si è fatto uomo, che si è abbassato, si è fatto piccolo, povero, che si è umiliato, che si è rinnegato. Lo Spirito non lo vediamo se non crediamo a queste verità, che sembrano assurde, ma che sono tutte vere, vere perché scritte e le troviamo tutte nel Vangelo. E il Vangelo è lì alla portata di tutti, è facile da leggere, non ci vuole molta intelligenza per capirlo.

Ci vuole un po’ di amore, un po’ di amore per Dio e allora qualcosa lo capiamo; ci vuole un po’ di amore per Lui e allora tutte quelle cose che ci sembrano strane all’improvviso ci sembrano più chiare. Anche perché con un po’ di amore per Dio, ci viene voglia di viverle quelle parole. Ci viene voglia di sperimentarle, di cercarle nella nostra vita, di metterle alla prova. E con un po’ di amore per Dio scopriamo che quelle parole sono proprio vere. E non ci vuole un teologo che ci venga a dire che quelle parole lì, in quel libro così piccolo, sono vere: basta la nostra vita. E se per qualcuno la nostra vita è meschina, è cosa da poco, scopriamo che per Lui, il Figlio di Dio, colui che è venuto ad abitare in mezzo a noi, colui che si è fatto piccolo, umile, colui che si è abbassato al nostro livello, proprio Lui la nostra piccola vita non la trova inutile, ma bella.

A Gesù piace la nostra vita anche perché ce l’ha donata Lui. A Gesù piace la nostra vita e ci carica sulle sue spalle, ci porta con sé, perché sa che siamo deboli, che se anche leggiamo le sue semplici parole non riusciamo a viverle fino in fondo, perché siamo deboli. Ma Lui non ci fa una piega, ci prende con la nostra puzza e ci carica sulle sue spalle ed è lì, da quella posizione privilegiata che non tutti possono permettersi – perché bisogna avere peccato per essere portati sulle spalle di Gesù (e chi non ha peccato tiri la prima pietra); bisogna averne fatte delle grosse perché Gesù lasci le 99 pecore per venirci a prendere; bisogna essere fuggiti, perché Lui si scomodi e corra a prenderci per gettarci sulle sue spalle – ed è sulle sue spalle che scopriamo che anche lui non profuma, che anche lui puzza, ed è la puzza di sudore, la puzza dei poveri, che non si lavano, non perché non ne hanno voglia, ma perché non c’è tempo. Perché il tempo è per lavorare e per cercare lavoro, il tempo è per pulire la casa e accudire ai figli, il tempo è per amare. E allora scopriamo, lì sulle sue spalle, che anche Lui ha i nostri problemi con il tempo, che anche Lui sta lavorando per noi suoi figli; che anche Lui sta sudando per noi suoi figli; che anche Lui sta pulendo la casa per accogliere noi suoi figli: scopriamo che Lui ci ama.

E poi ci mette giù, ci mette a terra perché camminiamo tranquilli; e poi ci mette a terra perché possiamo finalmente camminare con le nostre gambe. E appena tocchiamo terra ci ricordiamo di Lui, della sua puzza, del suo sudore, del suo amore. Ci ricordiamo delle sue mani forti, del suo esserci venuto a cercare. E allora una volta a terra ci mettiamo a cercarlo. Da cercati a cercatori (esercitazioni peguyane, diario 2000). 

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