Paolo Cugini
(Nm
6, 22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21)
È
il primo giorno dell’anno e siamo in un contesto liturgico per mettere le
nostre vite nelle mani di Dio e impegnarci di vivere bene, cercando con i mezzi
a nostra disposizione di aiutare le persone che incontreremo a vivere in pace.
Come cristiani cerchiamo soprattutto nella parola di Dio ispirazione per le
nostre promesse e i propositi di quest’anno che ci aspetta. Vediamo che cosa ci
dicono le letture ascoltate.
Il Signore faccia risplendere per te il
suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace (Nm 6, 25).
Apriamo
ogni anno ascoltando la benedizione che Dio insegna a Mosè da recitare verso il
popolo d’Israele e, quindi, la facciamo valere anche per noi. Che cosa
significa questa benedizione? Si chiede che il volto di Dio risplenda per il
popolo, a suo favore. Alcune traduzioni hanno su di te. In ogni modo, è l’invocazione
della presenza del Signore, che è luce. Il volto indica l’identità e, di
conseguenza, è il richiamo al Dio personale che conosce personalmente. L’invito
è, dunque, di essere accompagnati da Dio durante l’anno, proprio Lui che ci conosce
personalmente, che mette la faccia per noi, ci difende. Si tratta, senza
dubbio, di una preghiera ricca di antropomorfismi ma che, in ogni modo, esprime
un concetto profondo, il desiderio di una presenza vicina.
quando
venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto
la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo
l'adozione a figli (Gal 4,4). Molto più
profonda e teologicamente ricca è invece l’affermazione di Paolo che abbiamo ascoltato
nella lettera agli Efesini. Paolo afferma che la venuta di Gesù, che proviene
da Dio, ha riempito il tempo, per cui d’ora innanzi, non c’è più bisogno di
cercare nulla: tutto viene da Lui, perché Cristo è il senso di tutto le cose.
Chi incontra Gesù, lo conosce e si lascia conoscere, non ha più bisogno di
nulla. Non a caso nei Vangeli troviamo a più riprese situazioni che dicono di
questa pienezza, dell’abbondanza portata da Gesù. Nella moltiplicazione dei
pani e dei pesci si fa menzione delle ceste rimaste dopo che tutti i presenti si
sono saziati. Nel Vangelo di Giovanni Gesù stesso afferma he è venuto affinché
tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (cfr. Gv 10, 10). Quest’abbondanza
ci attira in un cammino di uscita dalle situazioni di carenza e di privazione
causate, prima di tutte dalla religione. Gesù è venuto, ci dice Paolo, per
riscattare quelli che erano sotto la Legge, vale a dire, coloro che
erano sotto il giogo della religione dei precetti e del merito che, con l’andar
del tempo, svuota l’esistenza rendendola sterile. Dalla schiavitù della Legge
Gesù ci conduce verso la libertà dei figli di Dio, all’interno di una relazione
d’amore con Dio, che solo un figlio, una figlia può avere. È questo un grande
augurio che la liturgia ci fa all’inizio dell’anno. È l’augurio che coloro che
frequentano il tempio siano persone libere, in grado di condividere l’abbondanza
di doni ricevuti da Dio.
Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc
2,16-21). Ascoltare questa narrazione nel primo giorno dell’anno
è molto stimolante. Ci dice, infatti, che la grandezza della vita non dipende
dal numero dei follower, ma dalla qualità dell’amore che ci preoccupiamo di
mettere. Questa qualità per crescere ha bisogno di essere custodita nel
silenzio e nel nascondimento, che esige un atteggiamento riservato. Maria è l’esempio
di questo stile di vita. Infatti, non va a sbandierare ai quattro angoli della
terra di essere la madre del salvatore, ma custodisce questo mistero dentro di sé.
L’arte della meditazione è una delle ricchezze più grandi che le tradizioni
religiose ci hanno comunicato. Contiene l’insegnamento dell’educazione alla
vita interiore, dell’imparare che i contenuti significativi della vita sono
personali e, di conseguenza, vanno custoditi, assimilati lentamente, protetti. I
misteri di Dio appartengono a quei contenuti che solo la meditazione costante
può aiutarci a comprenderne un po'. Si tratta, certamente, di un’altra dimensione
rispetto a ciò che apprendiamo oggi, dove le conoscenze sono immediate e non
accettano alcuna attesa. All’inizio dell’anno Maria ci indica un cammino che
per noi oggi è nuovo, inesplorato: il cammino della meditazione, che ci aiuta a
proteggere dalla volgarità i contenuti importanti della nostra vita. Buon anno!
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