lunedì 28 marzo 2022

ATTI DEGLI APOSTOLI 25-26

 



[Annotazioni]

 

1-12: Processo sotto Festo. L’appello a Cesare

Tra Paolo e l’autorità giudaica il fossato diviene sempre più largo.

Nei cap. 24-26 non si fa mai menzione della cittadinanza romana d Paolo. Ogni suddito poteva ricorrere a Roma.

2-3: il caso di Paolo sembra rappresentare l’unica preoccupazione dell’autorità giudaica.

 

13-22: Visita di Agrippa e Berenice a Festo

La sezione non presenta nulla di nuovo per il lettore. Appare per la prima volta il nome di Gesù e l’affermazione della sua risurrezione. 19: Festo coglie il centro del dibattito religioso, cioè la questione della resurrezione, mentre il tema della profanazione viene omesso.

20: Festo riconosce la propria incompetenza in materia religiosa.

 

23-27: introduzione solenne al discorso di Paolo

Siccome Paolo è innocente Festo non sa che cosa scrivere.

25: Festo non può che riaffermare l’innocenza politica di Paolo nell’ottica dell’autorità romana.

 

CAPITOLO 26

 

1-23: la testimonianza di paolo dinanzi al re Agrippa

È l’ultimo grande discorso di Palo negli Atti e per la terza volta narra la sua vocazione. La difesa di Paolo davanti al re Agrippa è una sorta di testimonianza di fede.

L’evento di Damasco è considerato una prova inequivocabile della risurrezione di Gesù. Se Paolo predica è a causa del compito che gli ha affidato il risorto.

Il racconto della vita di Paolo costituisce di per sé un annuncio.

Lc attribuisce a Paolo un ruolo significativo nella storia della salvezza. Si possono fare due considerazioni a questo riguardo:

1.      Insistenza sulla fedeltà, in quanto fariseo, alla più pura ortodossia, con cui condivide la speranza nella risurrezione come speranza fondamentale di Israele già annunciata dai profeti; poi come ministro di Cristo ne proclama il compimento in Gesù. Paolo Incarna la continuità tra Israele e la missione universale e quindi la realtà della Chiesa al tempo di Luca.  

 

2.      La posizione unica di Paolo, proprio in relazione alla missione universale della Chiesa. Questi versetti, infatti, fanno venire in mente Atti 1,8 e Lc 24,44-49.

 

3.      Gesù e Paolo appaiono come i personaggi principali dell’intera opera lucana, anche se il secondo è subordinato al primo. Riappare il tema della luce da portare alle nazioni (Cfr. 18.23); Lc 2,30-32) tema che costituisce una delle grandi inclusioni dell’opera lucana. Paolo non porta solo a termine il mandato dei Dodici, ma la stessa funzione messianica di Cristo. Paolo è l’apostolo tipo nel quale il risorto pota a termine la propria missione salvifica universale, il grande disegno di Dio sull’umanità annunciato dai profeti.

6-7: La convinzione religiosa di Paolo è in perfetta sintonia con la fede degli antenati.

8: la domanda di Paolo acquista il valore di un appello alla conversione.

10-11: può essere che Luca trasferisca su Paolo la situazione della Chiesa alla fine del I secolo, minacciata dall’autorità romana e dalla sinagoga della diaspora.

14: senso del proverbio: inutile resistere contro una potenza più forte. Questo proverbio è una novità, in quanto non è presente nelle altre narrazioni di vocazione di Paolo.

16: il risorto rivela il senso dell’apparizione, che è quella di fare di Paolo un servitore e un testimone della risurrezione di Gesù.

20: Nella sua obbedienza al Signore Paolo ha percorso l’iter missionario che corrisponde alle tappe del programma che il Risorto aveva dato ai Dodici: Gerusalemme, la Giudea, le nazioni. È un’evangelizzazione che si estende dalla Giudea al mondo pagano.

Il contenuto dell’annuncio missionario riflette le catechesi battesimali:

1.      Conversione, cambiare mentalità distogliendosi da un passato peccaminoso;

2.      Rivolgersi a Dio

3.      La conversione deve tradursi in vita nuova, in opere concrete, in un comportamento conforme alle esigenze del Vangelo.

22-23: l’apologia acquista il carattere di testimonianza e, questa, non fa che annunciare tutto ciò che la Scrittura aveva annunciato.

La luce che aveva avvolto Paolo, si riversa ora sul mondo.

 

24-32: reazione positiva del re Agrippa

24: come gli ascoltatori di Atene (At 17,32) Festo interrompe la difesa arrivata al tema della Risurrezione di Cristo. Paolo è pazzo! Festo insinua che il troppo studio ha fatto impazzire Paolo, gli ha fato perdere il buon senso.

 

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