giovedì 25 marzo 2021

DAL SACRIFICIO AL DONO

 




Paolo Cugini

 

“È impossibile, infatti, che il sangue dei capri e dei tori elimini i peccati” (Eb 10, 4). Più chiaro di così! È un passaggio di una chiarezza impressionante. I peccati si eliminano solamente seguendo l’esempio di Gesù e cioè, con una vita di donazione gratuita di sé. Versetto che distrugge la logica del sacrificio, le sue ragioni di essere, e introduce la logica del dono. La logica del sacrificio è retta dall’orgoglio e dall’idea di Dio come qualcuno che ti vuole male, che devi placare con dei sacrifici, i fioretti. La logica del dono inaugurata da Gesù è nell’altra direzione, non basata sulla propria forza, ma sull’amore del Padre accolto. Questo nuovo cammino mostra il volto di Dio come un padre che ama i suoi figli, inaugura in questo modo, il cammino dell’amore, della tenerezza, della misericordia. È una Padre che fa il tifo per noi, che mette le cose in modo tale da aiutarci nel cammino.

Così egli abolisce il primo sacrificio per costruire quello nuovo” (Eb 10,9). Un nuovo sacrificio che, in realtà, non è più un sacrificio, ma un cammino. Bisognerebbe a questo punto capire come mai, nonostante ci siano passi come questi nel Nuovo Testamento dove si parla chiaro, in cui viene specificato con argomentazioni lucide la fine del vecchio schema sacrificale, nella Chiesa, soprattutto nei libri liturgici, questo schema rimane senza problemi. Eppure, quello inaugurato da Gesù e quello in voga nell’antico Testamento da Lui superato una volta per tutte, sottendo due modalità di relazione con Dio e due concezioni teologiche totalmente differenti, anzi, opposte. Lutero lo aveva capito benissimo, la Chiesa Cattolica, invece, dà ancora troppo ascolto al pensiero devozionale, mettendo, nonostante i proclami, la Parola di Dio in secondo piano.

 

Nessun commento:

Posta un commento