lunedì 22 luglio 2024

DONNA PERCHE' PIANGI?

 




Così dice la sposa:
«Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amore dell'anima mia;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amore dell'anima mia.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato
(Ct 3,1-2).

Vivere il rapporto con il mistero come una relazione d’amore, come la ricerca dell’amata: è questo che insegnano le parole del Cantico dei Cantici. È come se fosse un invito, tipicamente profetico, ad uscire dal formalismo, dall’identificazione del rapporto religioso con l’ambito cultuale. La verità che le parole del Cantico esprimono è che siamo avvolti dal Mistero, al punto da divenire il senso della nostra vita, da cercarlo con tutto il cuore. Cerco il tuo volto, dice il salmo, che fa eco alle parole ricolme di passione del Cantico: voglio cercare l’amore dell’anima mia. Perché cercare? Che cosa significa questo bisogno di ricerca? Indica un desiderio profondo che viene dall’anima, un desiderio che rivela un pensiero e, allo stesso tempo una necessità. Solo l’amore riempie il cuore e lo soddisfa pienamente al punto di non avere bisogno mai di nient’altro. Per questo la Sposa del Cantico cerca l’amore della sua anima.

 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: Rabbunì! (Gv 20,11s).

Anche qui lo stesso tema: l’amore che provoca un movimento di ricerca dell’amato. Qui è Maria Maddalena che Cerca Gesù e, nel suo pianto, c’è tutta la sua disperazione per la sensazione di averlo perso per sempre con la sua morte in croce. L’amore, comunque, non si dà mai per vinto e sente la presenza dell’amato in qualsiasi circostanza. Per questo Maria Maddalena va al tumulo, perché sente la presenza del Signore. Che gioia incontenibile esprime quel: Rabbunì, pronunciato dove aver ascoltato la voce dell’amato pronunciare il proprio nome: Maria. Una voce che riempie il cuore d’amore, realizza la speranza, asciuga ogni lacrima.

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