sabato 26 febbraio 2022

VIII DOMENICA TEMPO COMUNE/ C

 



Paolo Cugini

 

Sir 27,5-8

Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

 

Commento

La vita di fede non si esaurisce nella relazione con Dio, nella dimensione trascendente, ma la verità dell’autenticità della relazione con Dio ha una ricaduta nella relazione con i fratelli e le sorelle. È da come ci relazioniamo con i fratelli e le sorelle che si capisce da dove proveniamo, da che percorso esistenziale e spirituale stiamo venendo, da che cammino stiamo realizzando. Mi sembra questo il quadro introduttivo più idoneo che ci permette di entrare nei contenuti delle letture di oggi.

Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

 Il senso del cammino di fede è diventare maestri, ciò, assumere la responsabilità delle persone che ci vengono affidate. Diventiamo adulti quando assumiamo la responsabilità effettiva di accompagnare le persone che ci vengono affidate, sia nella famiglia che nella vita sociale. Siamo chiamati a divenire padri, madri e questo esige un percorso fatto a tappe, un’assimilazione di contenuti che non vengono trasmessi con le parole, ma con l’esempio. Possiamo divenire padri, madri, maestri solamente se avremo qualcuno dinanzi a noi che ci guida in questo percorso, che ci prende per mano, che è attento alla nostra crescita, che rispetta la nostra libertà.

 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?

Diveniamo padri e madre se durante l’adolescenza e la giovinezza incontriamo qualcuno che ci aiuto a togliere la trave dai nostri occhi, che ci aiuta migliorarci, a fare un cammino dentro noi stessi, ad imparare a verificare noi stessi, i nostri atteggiamenti, prima di andare verso l’altro.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono.

Si tratta di capire che tipo di persone volgiamo essere. Nell’adolescenza e nella giovinezza abbiamo il tempo per impostare la nostra esistenza, per assimilare i contenuti, per fare discernimento, per scegliere il bene e scartare i cammini del male. Simo noi che possiamo orientare la nostra esistenza nel bene o nel male; noi che possiamo decidere che cammino percorrere, perché la realtà, il dato di fatto è che prima o poi emergerà che scelte abbiamo fatto, non potremo più nasconderci.

I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.

Queste parole del libro del Siracide, riprese e approfondite nel vangelo, dicono esattamente quello che è stato detto sopra. Arriva un giorno in cui si capirà chi siamo, da dove proveniamo. Le nostre parole, il nostro modo di ragionare, rivelano da che cammino veniamo, che percorso abbiamo fatto, che decisioni abbiamo preso nella nostra vita. Il frutto rivela l’albero. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene. Curare il cuore, vale a dire la coscienza: è un’indicazione di metodo. Tutto il tempo dedicato all’interiorità, Al lavoro sulle motivazioni, non è tempo buttato via, ma è ben speso, perché ci permette di costruire l’albero della nostra vita in modo tale da dare buoni frutti. 

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