mercoledì 17 marzo 2021

NUOVA ALLEANZA

 




V DOMENICA DI QUARESIMA/B

Ger 31,31-34; Eb 5,7-9; Gv 12, 20-33

Paolo Cugini

 

     Ci stiamo avvicinando alla Pasqua e la liturgia della Parola ci fa intravedere il senso di questo cammino spirituale che, allo stesso tempo, è un cammino di umanizzazione. Gesù è la nuova alleanza profetizzata da Geremia, è la luce nel buio della notte, è il chicco di grano che è morto per comunicarci vita. Possiamo cogliere questa novità liberandoci dai nostri tentativi di auto-salvezza, permettendo allo Spirito Santo di toccarci nel profondo della nostra coscienza

Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò nel loro cuore” (Ger 31, 33). In un’epoca, quella del VI a.C. in cui la Palestina era minacciata da tutti i lati – l’Egitto dal Sud e Nabucodonosor da Nord-ovest – ed era percepibile la rovina imminente, cosa che, come sappiamo, avverrà a partire dal 604 a.C., il profeta cerca aiutare il popolo invitandolo a guardare altrove, al di là dell’imminente distruzione. Se è vero che l’Antica Alleanza non ha funzionato, al punto che i saggi d’Israele leggono gli eventi di distruzione sociale come conseguenza della disobbedienza del Popolo alle leggi che Dio aveva affidato a Mosè, è altrettanto vero che questo fallimento non è semplicemente un segno di un fallimento epocale e senza ritorno, ma diviene spazio per una nuova possibilità di vita. Geremia incoraggia il popolo d’Israele mostrando loro una nuova prospettiva, un nuovo modo che Dio ha scelto per rivelare la sua parola d’amore, che orienta le persone verso una vita più autentica. C’è, dunque, un’iniziativa di Dio che interviene sorprendentemente nella storia non per condannare l’umanità, ma per avvolgerla nella sua misericordia infinita: “io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato” (Ger 31, 34). È all’interno di questa nuova alleanza d’amore che il popolo è chiamato a ripensarsi e a riscoprire un nuovo modo di stare al mondo. Questo modo di procedere di Dio manifestato dal profeta Geremia contiene, a mio avviso, un grande insegnamento per la comunità cristiana. Nelle situazioni di difficoltà, come quella che stiamo vivendo della pandemia, invece di trascorrere il tempo a lamentarsi e a pensare ai tempi che furono, la comunità cristiana è chiamata a pensare qualcosa di nuovo, a mettere in campo strategie nuove. Le letture di oggi c’insegnano che, in questo sforzo di creatività, non siamo da soli perché possiamo attingere ai contenuti che lo Spirito ha riversato in noi, nelle nostre coscienze e che non attendono altro che essere invocati.

Se il chicco di grano non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto” (Gv 12,24). Se volessimo dare un nome, un volto alla Nuova Alleanza annunciata dal profeta Geremia, non possiamo che fare il nome di Gesù. E’, infatti, Lui la Nuova Alleanza, è il suo modo di vivere per amore, che rompe lo stile di vita improntato sull’egoismo, è il suo donarsi disinteressato che rompe gli schemi meritocratici così presenti anche nella vita delle comunità cristiane. Si può andare verso l’altro, verso l’altra in modo disinteressato e gratuito sull’esempio di Gesù, solamente se ci si trova in un cammino di trasformazione, di relazione costante con il Signore, che progressivamente ci spoglia dai residui del nostro egoismo. È il Signore che ci salva dal nostro destino di solitudine, prodotto dal tentativo di realizzare la nostra vita contando solo sulle nostre forze, che ci conducono a vedere negli altri non dei fratelli e delle sorelle, ma dei nemici da combattere. Un mondo nuovo è possibile quando impariamo ad essere dei visionari come il profeta Geremia, che intravvedeva cammini nuovi là dove il popolo non vedeva che lacrime e disperazione. Come per Gesù la cui ora della manifestazione della sua gloria si realizza sulla croce, segno del suo amore immenso con il Padre, così è per noi quando spogliati dal nostro egoismo viviamo intensamente la vita fraterna, manifestando in questo modo l’alleanza nuova che è la vita di Cristo in mezzo a noi. E’ questo che il mondo ha bisogno di vedere per poter credere nel Signore: donne e uomini nuovi che non vivono più per se stessi, ma che scelgono di vivere per amore una vita di donazione gratuita.

Nessun commento:

Posta un commento