Paolo Cugini
Che cosa guarda Dio, che cosa
apprezza di noi? L’ umiltà, la bassezza, il farsi piccolo, il riconoscersi
figlio. Apprezza ciò, perché solo così può entrare. Umiltà come spazio aperto,
accogliente per Dio. il Padre prende dimora in ognuno dei suoi figli. Spetta a noi
fargli spazio, preparare lo spazio e questo spazio è l’umiltà che non è una
mancanza, un vuoto, ma una propensione ad accogliere. È perché siamo pieni
dell’amore di Dio, che ci facciamo piccoli, umili, bassi, per accoglierlo. È
perché lo amiamo che non ci importa di tutto quello che l’orgoglio umano
produce. È perché desideriamo accogliere l’amore del Padre che, come figlio, ci
prepariamo a riceverlo.
È in questo clima di amore umile
che si prepara un incontra tra Pare e Figlio: un incontro che vuole essere
permanente. È in questo incontro che Maria ha capito non solo che cosa Dio
desidera dai suoi figli, ma anche come agisce con quelli che gli resistono:
“Ma disperse i […] con i disegni da
loro concepiti. Ha rovesciato i potenti dai troni e innalzato gli umili
Ha ricolmato di beni gli affamati E
rimandato i ricchi a mani vuote” (LC 1,51-52).
Non è questo bellissimo grido di
vittoria?
È, in ogni modo, un grido che le
orecchie del mondo dell’egoismo non possono intendere. È un grido di allegria
per i figli, per coloro che conoscono il Padre e sono del suo amore, della sua
perdizione per tutto ciò che è umile, piccolo.
Dalla parte dei poveri. È da povera
e umile che Maria scopre la predilezione per i poveri e gli umili del Padre. È
da umile serva che Maria ha scoperto che il superbo, il potente e il ricco, se
rimane nella sua resistenza al Padre, verrà sconfitto, distrutto. È come serva
umile che Maria ha colto lo sguardo benevolo e paterno del Padre sugli umili e affamati.
“L’umile consenso della Vergine
permise al Verbo di farsi carne” (V. Lossky).
L’obbedienza si avvicina o
s’allontana a seconda che l’uomo si prepari o no ad accoglierla… La pedagogia di
viva scruta l’uomo ne prova le disposizioni” (V. Lossky)
(25.12. 2000)
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