mercoledì 19 luglio 2023

FEDELI ALLA TERRA

 



Paolo Cugini

 

L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava (Es 3, 2).

Dio si manifesta nella storia degli uomini e delle donne sullo stesso piano in cui ci troviamo, quello materiale, immanente e lo fa ponendo una differenza qualitativa, che provoca la curiosità di Mosè. Per conoscere il Signore bisogna essere un po' curiosi, indagatori, persone interessate, animate dalla sete di conoscere.

Qui abbiamo due dati interessanti: è Dio che viene verso di noi e ci vuole incontrare. È il concetto opposto che viene presentato dalla filosofia o dalla religione devozionale, che presenta un Dio che esige riverenza e che dobbiamo cercare, che esige devozioni, sacrifici. Il brano in questione dice tutto il contrario: non siamo noi che dobbiamo salire a Dio, ma è Lui che viene alla nostra ricerca e, di conseguenza, non dobbiamo fare nulla per avvicinarlo.

L’altro dato importante da sottolineare è che Dio per incontrarci utilizza il nostro livello umano. Ciò significa che, se volgiamo incontrare Dio per conoscerlo, non abbiamo bisogno di salire al cielo, ma di guardare alla terra. È la nostra fedeltà alla terra, la nostra attenzione agli eventi, alle situazioni che ci permette di scoprire la presenza di Dio in mezzo a noi. È questo, tra l’altro, il senso dell’incarnazione. Quel cammino di discesa di Dio verso l’omo e la donna, visibile nella narrazione del rovo ardente, è continuata sino alla venuta di Dio in mezzo a noi nella persona di Gesù e continua nell’azione del suo Spirito.

Solo chi è fedele alla terrà avrà la possibilità di vedere Dio e scoprire che il Dio che si è manifestato in Gesù non è l’essere onnipotente e onnisciente, lontanissimo da noi mortali, ma: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Pensiamoci.

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